Quando è entrato in funzione il nuovo sistema informatico ospedaliero aveva fatto tutte le procedure necessaria ad un “go live” di grande portata, necessaria all’Azienda ospedaliera universitaria di Verona che ha migrato 36 milioni di documenti al sistema centralizzato regionale fino ad allora gestiti da 7 diversi software.
In tutte le procedure attivate dal Raggruppamento d’impresa, da Azienda Zero e da Aoui c’è naturalmente anche il Piano di emergenza per la continuità assistenziale. Una serie minuziosa di istruzioni elaborata dalla Direzione medica ospedaliera per ognuna delle aree ospedaliere (emergenza-urgenza, ricoveri ordinari, ambulatori, diagnostica, sale operatorie, esami laboratorio, richiesta sangue ed emocomponenti al Trasfusionale).
Oltre al Piano di emergenza, il nuovo sistema informatico prima di partire ha fatto 1.761 test e 3905 validazioni. Sempre nella fase preparatoria di pre-avvio (ottobre2022-marzo 2023) sono state fatte 11.520 ore di riunioni con il personale coinvolto, a cui si devono aggiungere le ore di formazione.
“Contrariamente a quanto è stato detto – precisa il Dg, Callisto Bravi -, non è vero che manca il Piano di emergenza, così come non è vero che gravi criticità impediscono di erogare prestazioni. La sicurezza e la salute delle persone continuano ad essere centrali e sono la vera responsabilità per ognuno di noi. Abbiamo sempre garantito tutte le prestazioni sanitarie con la qualità che caratterizza la nostra azienda che, ricordo, è fra le prime 10 in Italia. Ciò che in questo periodo è cambiato, ma che sta progressivamente migliorando, sono i tempi di attesa perché gli operatori stanno acquistando una pratica sempre maggiore. Concludo, ricordando che non giova a nessuno fare il tiro al bersaglio su un servizio pubblico di primaria importanza, soprattutto quando è evidente che l’intera struttura è impegnata a tutti i livelli h24 per il buon funzionamento. Non abbiamo mai nascosto le criticità, che comunque non sono bloccanti, e sono a disposizione per ogni segnalazione per trovare gli eventuali correttivi. Per me, il bene comune a cui devono tendere gli amministratori è questo”.