(di Bernardo Pasquali). Consumo dei Vini Naturali in crescita costante dal 2020, annus horribilis, per questo settore così di nicchia. Se gli ultimi dati presentati nell’ultima assemblea di Unione Italiana Vini , evidenziano una contrazione molto significativa dei consumi nei mercati principali, la penetrazione del mercato da parte dei Vini Naturali è sempre più evidente sia nel comparto Ho.Re.Ca., sia nel mondo retail, diretto al consumatore finale. non è più una questione di moda ma una questione di stile. Aggiungo, io, non dobbiamo nemmeno più parlare di novità. Saremo obsoleti.

Ne parliamo con uno dei massimi esperti del settore, Giampaolo Giacobbo, dagli anni Novanta sostenitore di questo processo evolutivo del mondo del vino, quando insieme a Sandro Sangiorgi curava la “mitica” rivista Porthos, segnando profondamente le coscienze di molti appassionati e produttori che iniziavano un nuovo approccio al vino, in senso Naturale. Oggi è socio della distribuzione Arkè, per cui cura anche la selezione dei prodotti in catalogo con Francesco Maule.

Sandro Sangiorgi
Sandro Sangiorgi

Anni ’90. 4 pazzi visionari amici al bar…

“Gli anni ’90 – racconta Gianpaolo – rappresentano il periodo della sperimentazione e vignaioli illuminati e visionari come Josko Gravner, Angiolino Maule, Giuseppe Bensa, Stanko Radikon, e pochi altri, iniziarono un percorso di rottura con il mondo convenzionale, per riportare alle origini i principi agronomici e produttivi in cantina, eliminando qualsiasi pratica enologica che stravolgesse o inquinasse la genuina naturalezza del vino. Sono state sperimentazioni rivoluzionarie e, probabilmente, tali da andare anche oltre il limite ma, tutto questo, per capire dove posizionare il vero limite di questa scelta”.

tributo a radikon 1
Stanko Radikon

Dal 2010 Vini Naturali in crescita di attenzione e posizionamento

“La svolta avviene negli anni 2010-2020 dove da un lato, aumenta sempre più l’interesse delle persone; i consumatori sono sempre più motivati all’acquisto e si rivela una presa di coscienza dei produttori che iniziano a migliorare la qualità e il rigore stilistico dei vini. In quegli anni apre una grande forbice: il produttore garagista da una parte, cioè quello che vuole fare il puro dei puri, senza alcun controllo in fase fermentativa, con vini spesso, a mio avviso, difettati; poi, un certo tipo di produttori che continuano a fare ricerca, si impegnano e comunicano con la comunità scientifica per produrre vini che abbiano carattere, forza, profondità. Insomma Vini Naturali e buoni!”. 

Dal vino provocatorio al Vino Naturale

“Solo quando i produttori hanno preso consapevolezza delle pratiche agronomiche e di cantina per arrivare a prodotti buoni, si è potuto parlare di vera e propria svolta. Non era più un prodotto relegato ad un potente valore comunicativo. Diventa un vero e proprio prodotto che può penetrare il mercato e acquistare un valore commerciale diffuso. Si è passati dagli articoli sulla carta di giornale alle carte vini nei locali e ristoranti più trendy, prima nelle grandi città e poi anche nelle periferie. Finalmente oggi il Vino Naturale non è più segregato a qualcosa di estremo o modaiolo. Oggi è questione rilevante di stile di vita, di scelte etiche e di orientamento filosofico ed ha un seguito straordinario tra i giovani”.

Identikit del consumatore: hipster, fighetto o appassionato maturo?

“Sono due i miei interlocutori finali – afferma Gianpaolo Giacobbo – da una parte troviamo i giovanissimi fino a 30 – 35 anni, modaioli, hipster, tatuati, che non conoscono bene il mondo del vino ma che ne sono attratti. Passano dai superalcolici al Vino Naturale. Ne fanno una questione di stile. Interiorizzano un prodotto che non hanno mai provato perchè figli della modernità e di aree urbane dove l’agricoltura resta completamente avulsa. Si ha quindi la necessità di trovare un mondo agreste e bucolico che si manifesta nelle torbidità artigianali di molti Vini Naturali, con conseguenti difetti che ne manifestano ulteriore legame con la terra e l’opera dell’uomo senza sofisticazioni. Vino Naturale è verità!”.

degustazioni in vigna

“Vini naturali in crescita sempre più per appassionati e cultori del vino che li scelgono pur non abbandonando quelli convenzionali. sono quelli più preparati con un’età media più alta dai 35 ai 50 anni. Esigono valori di correttezza, pulizia e piacevolezza nel vino ma non transigono sull’assenza di chimica di sintesi nelle fermentazioni; cercano pratiche minimali in fase enologica e ricercano un forte legame identitaria con il territorio. Sono altospendenti e, molte volte, si recano nei locali e ristoranti solo se trovano dei Vini Naturali”.

Identikit del Vino Naturale

Vini Naturali in crescita anche grazie al miglioramento enologico gli stessi pur non cambiando le regole rigide e drastiche per la loro produzione: Chemical free è la condizione essenziale per essere definiti così, sia in campo che in cantina. Possono essere utilizzati solo Rame, Zolfo, preparati biodinamici o di altra natura minerale e vegetale. Si fa il sovescio tra i filari per ottenere il miglior valore di Azoto Prontamente Assimilabile (APA) per aiutare l’avvio delle fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e spontanei. Non si usano lieviti selezionati. Si può usare la Solforosa fino ad un massimo di 40 mg/L. infine si permette la pratica del controllo della temperatura in fase fermentativa, soprattutto negli ultimi anni, a causa del cambiamento climatico.

Produrre Vino Naturale è difficile e non per tutti

“Sfatiamo la diceria che chi fa Vino Naturale non è capace di fare vino perchè è difettato” – chiosa Gianpaolo. Tutt’altro! Non tutti sono in grado di produrli e, soprattutto, non tutti hanno il territorio vocato per farlo. Innanzitutto serve un terreno secco, anche in alta collina, ventilato con il minor ristagno di umidità possibile per evitare l’attacco di parassiti pericolosi. Inoltre sarebbe meglio avere condizioni enologiche di lavorazione del vino di parziale freschezza, per favorire la miglior resa possibile del corredo aromatico e dei profumi del vino”.

“E’ una grande sfida! Per riuscire a fare vini che poi si mantengano senza difetti è molto difficile. Far Vini Naturali è difficile. Non è per tutti. Richiede molta attenzione e molta cura. Molta osservazione. Il produttore non può abbandonare il vino a se stesso. Lo deve governare quotidianamente, soprattutto in fase fermentativa e maturativa. La prevenzione nella produzione di vino naturale vale molto di più della cura”. 

Vini naturali in crescita nelle vendite dal 2020

“i dati che ho dal mio osservatorio di Arkè – conclude Gianpaolo Giacobbo – fa emergere un mercato dei Vini Naturali in crescita costante con un valore di + 30% medio per ogni anno dal 2021 ad oggi. Ormai tutti i ristoranti o i locali più avveduti, capiscono che è importante inserire almeno un 5 – 10% di questa tipologia oltre ai classici convenzionali. Ci sono ristoratori che me lo dichiarano apertamente: ‘se non avessi Vini Naturali perderei clienti’. Molti di essi si appassionano e capiscono che non è una questione di moda ma, ancora una volta, di questione di stile di vita”.

Dalle città alle periferie

Le prime tre città che hanno testimoniato il boom dei Vini Naturali sono state Milano, Venezia e Roma. Il Veneto è stata la regione che ha visto il boom più veloce di questa tipologia di vini. Vini Naturali in crescita anche nelle periferie che sempre più si vogliono distinguere nelle loro carte vini. Consumi di Vini Naturali in Crescita provenienti anche da altri Paesi, Francia su tutti con un incremento molto forte di champagne e Borgogna.

Fenomeno dei giovani vignaioli “convertiti”

Per ultimo da considerare come una nuova generazione di vignaioli si stia facendo largo nella produzione dei Vini Naturali. Produzione dei Vini Naturali in crescita tra chi conferiva uve alle Cantine Sociali e che, al termine dei contratti dei padri o dei nonni, non vengono più rinnovati perchè le nuove generazioni decidono di avviare un percorso di “conversione” ai principi produttivi dei Vini Naturali. Un trend sempre più evidente, soprattutto nelle grandi denominazioni. Ricordiamo in valpolicella ad esempio il gruppo di vignaioli facenti parte del gruppo ReValpo, 8 vignaioli arrivati da stori diverse che si sono uniti nella produzione Naturale di vini da uve della valpolicella.

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I giovani produttori ReValpo in Valpolicella