Giorgio Massignan, architetto e urbanista, già assessore al Comune di Verona e presidente di Italia Nostra, ha fondato ed è animatore dell’osservatorio territoriale Verona Polis. Fondato alcune settimane fa ha raccolto subito l’adesione di molti veronesi interessati alle scelte urbanistiche della città, ai meccanismi con cui vengono fatte ed ai criteri che le presiedono. Il dibattito che si sta svolgendo è ricco, pieno di proposte e di idee. Tuttavia non pochi hanno pensato che l’osservatorio possa essere ‘in nuce’ una lista civica o qualcosa destinato ad avere uno sbocco politico. Non era e non è questo nelle intenzioni di Massignan che, proprio per dare maggior valore all’iniziativa, ha inteso renderla trasversale, accettando il contributo di idee di tutti a prescindere dalla collocazione politica. Per esplicitare, confermare e chiarire questo ha scritto il chiarimento che segue.
“Nonostante le varie spiegazioni e comunicati, probabilmente non sono ancora riuscito a spiegare i motivi per cui è nata Verona Polis. Non è assolutamente una lista con finalità partitiche per partecipare alle prossime elezioni politiche.
Si tratta di un osservatorio laico e apartitico, il cui solo scopo è quello di creare un movimento di persone che, senza pregiudizi politici favorevoli o contrari, controlli le scelte delle varie amministrazioni e, se è il caso, fornisca possibili alternative.
Non cerca il consenso elettorale dei cittadini, ma intende aprire un processo di informazione e di responsabilizzazione dei veronesi sulle attività delle Pubbliche Amministrazioni, di ogni colore.
Denuncia che durante le campagne elettorali, in molti programmi urbanistici si distingue il tema della partecipazione attiva dei cittadini ma, finite le elezioni, i vincitori ben se ne guardano dall’attuare un reale metodo di urbanistica partecipata, limitandosi a quanto impongono le leggi, che mantengono integra la discrezionalità di pochi nelle scelte d’uso del territorio.
Tutto questo deve cessare.
Il dovere morale dei sindaci e delle amministrazioni pubbliche, impone loro di mantenere quello che era stato sostenuto e promesso in campagna elettorale.
Nella realtà una volta al potere, gli eletti realizzano gli interventi che hanno ricevuto finanziamenti pubblici, anche se risultano dannosi, e quelli che procurano una facile pubblicità e non incidono sui meccanismi di gestione del territorio.
Sinora, nessuna amministrazione arrivata al potere, ha voluto o potuto favorire un processo di reale partecipazione dei cittadini alle scelte d’uso del territorio; e le varie giunte comunali si sono rivelate molto simili.
Inoltre, sembra che le scelte più importanti non siano decise solo dagli eletti e da coloro che hanno ricevuto le deleghe, ma anche da altri soggetti esterni.
Forse è per la mancanza di una vera alternativa sulla gestione del territorio e sull’idea di città, che la gente sta abbandonando la politica e si disinteressa della gestione della cosa pubblica.
Il nostro sindaco Tommasi ha vinto con oltre 50.000 voti, che rappresentano il 53,4% su il 46,8% degli elettori. Circa le stesse percentuali di votanti delle elezioni precedenti.
Questo dato è preoccupante, significa che la distanza tra il Palazzo e i cittadini si sta allargando sempre di più.
Per tentare di riportare i cittadini ad occuparsi della propria città, Verona Polis ha l’obiettivo che sia inserito nello Statuto comunale, l’obbligo dell’urbanistica partecipata.
In questo modo, ogni giunta futura, a prescindere dal colore politico, sarà obbligata a utilizzare un metodo di pianificazione trasparente, garantendo il controllo dei cittadini sulle future scelte d’uso del territorio”.