La Pubblica Amministrazione non paga uno su tre dei suoi fornitori. E’ un’abitudine inveterata. Quando è il cittadino che deve pagare, lo deve fare subito, altrimenti scattano le sanzioni. E sono dolori. Ma quando a pagare dev’essere l’amministrazione centrale dello Stato se la prende comoda. Su 3.737.000 fatture ricevute per 20,2 miliardi, nel 2022 ne ha liquidate 2.552.000 per 14,8 miliardi.
1.185.000 fatture per un valore di 5,4 miliardi non sono state saldate.  Dati del solito Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati della Corte dei Conti e così fa le pulci alla PA.


E dal conteggio sono esclusi i debiti delle Regioni, degli Enti locali che, soprattutto al Sud, hanno debiti commerciali ancora superiori. Il debito commerciale della PA di parte corrente nei confronti dei propri fornitori, in gran parte piccole e medie imprese, nel 2022 ha toccato i 49,6 miliardi pari al 2,6% del Pil. Così nessuno dei 27 paesi dell’Ue.

Sono tutti soldi che non vengono vengono messi in circolazione, sottratti al paese vitale. Si tratta di mancate risorse di proprietà degli imprenditori e dei cittadini che vengono trattenute immobilizzate dallo Stato. E non sono stati pochi i casi di quelle imprese che addirittura per questi ritardi sono state costrette a chiudere.