La Cisl lancia la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’imprese e organizza una raccolta firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare.
E’ un salto di qualità nel panorama sindacale, che supera il semplice aspetto rivendicativo per andare a toccare il ruolo stesso del lavoro ed il rapporto fra datore di lavoro e lavoratore.
E a questa iniziativa, che costituisce una novità che alza il livello del ruolo del sindacato, la Cisl vuol dare solide basi. Perciò si richiama all’articolo 46 della Costituzione che recita testualmente: ‘ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborar e, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione di aziende’.
Ma più in generale la proposta di legge della Cisl ricorda come dalla formulazione dell’articolo 1 della Costituzione derivi ‘l’affermazione del lavoro come elemento di congiunzione tra una visione materialista dello Stato, inteso come insieme di territori, beni e cittadini, e una più umanista, che individua la priorità del ruolo dello Stato nella valorizzazione della persona in quanto essere umano, non solo per la sua capacità di produrre, consumare e contribuire al funzionamento pubblico, ma, soprattutto, per la sua capacità di mettersi al servizio della società in cui vive in un contesto di reciprocità dei diritti che ne tutela la dignità, la libertà e la sicurezza individuale e, al contempo, antepone a qualunque altro interesse quello della comunità sociale a cui la persona appartiene’.
Con la sua proposta di legge la Cisl punta a dare piena attuazione alla Carta Fondamentale della Repubblica ed individua nello strumento partecipativo un modo per stimolare lo sviluppo economico ed allargare i margini della democrazia in un momento storico che li vede ridotti.
Gli effetti di questa legge, osserva il Sindacato, sarebbero positivi per tutti.
La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, oltre che tradursi in un aumento delle retribuzioni, cosa non di secondo piano stante il gap che caratterizza i salari italiani rispetto a quelli dei principali partner europei, è in sé uno stimolo all’aumento della produzione e quindi del Pil. Ma anche un modo per attuare quell’identificazione fra lavoratore e datore di lavoro che è dimostrato essere uno dei principali fattori di crescita.
La proposta di legge della Cisl è molto articolata e definisce tutti gli strumenti della partecipazione: regola la presenza dei lavoratori nei consigli di amministrazione e di sorveglianza; premia le imprese che coinvolgono i dipendenti dei processi di efficientamento produttivo e di innovazione; regola la distribuzione degli utili ai lavoratori e il loro accesso all’azionariato diffuso.