Il Financial Times, autorevole quotidiano economico britannico, non ha dubbi: la svolta centrista della Meloni garanzia per lo status quo in Europa. Alle elezioni europee mancano 9 mesi e gli analisti internazionali cominciano a fare le previsioni sull’assetto che potrebbe prendere l’Ue dopo questa consultazione elettorale.

Assetto che non interessa solo la politica, perché ha delle importanti ricadute anche in economia. Si pensi solo a cosa significherebbe una svolta sulle politiche iper-ambientaliste in caso di una vittoria della destra: addio auto elettriche e case green obbligatorie.

Il Financial Times guarda l’Europa dal di fuori e, senza nascondere una preferenza per l’attuale establishment di Bruxelles, fa una panoramica sugli equilibri politici che potrebbero scaturire dalle elezioni, prendendomi considerazione le tendenze politiche dei paesi che pesano di più dal punto di vista elettorale.

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Le considerazioni del Financial Times

Una certa preoccupazione viene manifestata per la vittoria, se pur zoppa, del centrodestra col Partito Popolare di Alberto Núñez Feijóo in Spagna, 48 milioni di abitanti,e per la possibilità che possa coinvolgere Vox, l’estrema destra, nel governo di Madrid.

Così come l’affermazione dell’estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland che potrebbe essere determinante per i futuri equilibri europei, dato che la Germania, con i suoi 84 milioni di abitanti, è lo stato più popoloso dell’Ue.

Più tranquillizzante invece per il Financial Times la prospettiva che in Polonia, 37 milioni di abitanti, alla elezioni del prossimo ottobre possa vincere Piattaforma Civica, il partito moderato liberal-centrista di Donald Tusk.

Ma ci sono altri due paesi determinanti per gli assetti europei: la Francia e l’Italia, rispettivamente con 67 e 58 milioni di abitanti. La crescita costante del Rassemblement Nationale di Marine Le Pen non solleva più le preoccupazioni che generava quando chiedeva l’uscita dall’Ue e dall’Euro.

Per quel che riguarda l’Italia l’atteggiamento della Meloni è un interiore motivo di serenità. Secondo l’osservatore britannico la sua “brusca virata al centro” rende la destra italiana più affidabile, nonostante le origini neo-fasciste di Fratelli d’Italia e l’alleanza con Salvini, definito come un “nazionalista infuocato a capo di un partito di estrema destra”.

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A confermare l’affidabilità della svolta centrista della Meloni, volta ad occupare lo spazio vuoto lasciato da Berlusconi, l’aver proseguito la linea economica di Mario Draghi, la politica atlantista e filo-ucraina nella guerra.