Nel primo semestre di quest’anno l’export veronese è cresciuto considerevolmente nei mercati europei, sfiorando gli 8 miliardi (esattamente 7,8 miliardi). E anche questa volta il territorio scaligero, con un +5,9% rispetto al I semestre 2022, supera la media veneta (+3,2%) e quella nazionale (+4,2%). Il Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona rileva anche un aumento del 4,3% delle importazioni, sempre riferite allo stesso periodo, che si attestano sui 9,9 miliardi. Il principale sbocco delle merci scaligere si conferma la Germania, con un aumento del 14%.

Export trainato dall’agroalimentare ma bene in quasi tutti i settori

“L’export veronese cresce dando un segnale positivo della competitività dei numerosi settori della nostra variegata economia: i dati crescono per macchinari, alimentari, tessile/abbigliamento e ortofrutta”, commenta il presidente della Camera di Commercio di Verona Giuseppe Riello. “Sono invece in flessione calzature, termomeccanica, marmo e mobili, e anche il vino registra un lieve arretramento. L’export rimane quindi uno dei principali motori di crescita della provincia veronese. Esportando i propri prodotti e servizi in altri Paesi, le imprese creano posti di lavoro, generano valore e stimolano l’innovazione. Siamo un’economia ben integrata nel mercato globale e in grado di competere sui mercati esteri. Ma non dimentichiamo il peso dell’inflazione e le recenti stime al ribasso del Pil nazionale ed europeo”.

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Scendendo nei dettagli, il primo settore per export si conferma l’agroalimentare che pesa per il 26,7% sul totale con 1,2 miliardi di alimentari (in crescita del 17,6% rispetto al I semestre 2022), 577 milioni di vino (-1,4%) e 357 di ortofrutta (+15,3%). Seguono i macchinari che pesano per il 18,6% sul totale delle esportazioni e quotano 1,5 miliardi, il 12,2% in più rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Cresce a due cifre (+11,5%) il tessile/abbigliamento, che si attesta sugli 826 milioni. Sono in flessione le calzature (238 milioni, -4,6%), il marmo (214 milioni, -9,7%), la termomeccanica (62 milioni, -9,6%) e i mobili (49 milioni, -6,2%). Stabile (+0,9%) l’export delle altre merci e servizi, che pesa per il 37% per un valore di 2,9 miliardi.

Quanto ai principali mercati dell’export veronese sono in crescita, a parte gli Stati Uniti, la Svizzera e i Paesi Bassi, per variazioni di rientro dovute a esportazioni episodiche. I dati segnalano una concentrazione dei flussi verso la Germania che potrebbe preoccupare, data la fase recessiva attraversata dal Paese, con la disoccupazione aumentata al 5,4% e la crescita dell’economia rallentata. Il governo tedesco ha varato una serie di misure per sostenere l’economia, ma è probabile che la crisi si protragga per alcuni mesi.

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Nonostante la recessione tedesca, però, le imprese veronesi hanno saputo non solo mantenere, ma incrementare le posizioni con un aumento dell’export del 14%, a 1,5 miliardi, grazie all’aumento delle vendite di macchinari, prodotti delle industrie lattiero-casearie, carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne, articoli di abbigliamento, batterie di pile e accumulatori elettrici e ortofrutta.

Il secondo Paese di destinazione si conferma la Francia, che pesa per il 9,6% sul totale ed è stabile a 754 milioni. Seguono la Spagna (449 milioni in crescita del 10,3%), gli Stati Uniti (390 milioni in flessione del 6,3%, il Belgio (337 milioni in aumento del 24,2%), la Svizzera in calo del 9,9% (334 milioni), il Regno Unito (332 milioni, +4,6%), l’Austria (327 milioni in crescita del 2,6%), la Polonia che segna un exploit del 22,2% a 320 milioni) e i Paesi Bassi in arretramento del 3,5% a 218 milioni. A questo link tutti i riferimenti e le ultime notizie dell’export veronese sul sito della Camera di Commercio.