Piazza Affari ha accolto assai positivamente la semestrale di Italian Wine Brands approvata oggi: il titolo chiude a 18,92 €/azione, con una crescita del 5,11% sulla chiusura di ieri: nonostante le difficoltà che si registrano nel mondo del vino, IWB (il polo dove è confluita la famiglia Pizzolo della scaligera Enoitalia) ha chiuso a giugno con ricavi delle vendite in crescita a poco meno di 197 milioni€ (+11%; +2% crescita organica), un Margine operativo lordo restated a 17,3 milioni € (+ 21%; +3,3% crescita organica), con un risultato netto di periodo in crescita di quasi 18 punti percentuali a 4,6 milioni € e con un calo dell’indebitamento finanziario netto a 138,5 milioni € (escluso impatto IFRS 16).
Italian Wine Brands si rafforza nella GDO
Ma la cantina – consolidatasi oramai al primo posto stabile in Italia fra i produttori privati quotati per fatturato – ha avviato anche un piano di riorganizzazione societaria che a fine percorso vedrà la sola presenza di due società contro le sei attualmente attive: uno snellimento della catena di comando, e dei costi amministrativi, con lo scopo di rendere IWB sempre più performante nei mercati e più veloce nel rispondere al mercato mondiale.
In particolare, i consigli di amministrazione delle controllate italiane del Gruppo hanno approvato il progetto di scissione parziale di Giordano Vini S.p.A. in favore di Enoitalia S.p.A. e il progetto di fusione per incorporazione di Provinco Italia S.p.A., Barbanera S.r.l. e Fossalto S.r.l. in Enoitalia Spa.
Come detto, l’obiettivo è arrivare a concentrare l’attività italiana su due società: la società risultante dalla fusione delle società italiane e che sarà denominata IWB Italia S.p.A avrà come mission la vendita a clienti business (sia canale wholesale sia canale ho.re.ca) e la produzione per tutte le società del Gruppo, migliorando ulteriormente le sinergie di vendita e ottimizzando i costi di prodotto e di processo; Giordano Vini S.p.A rimarrà focalizzata sulle vendite dirette ai clienti finali.
Italian Wine Brands, paga la diversificazione geografica
Per Alessandro Mutinelli, Presidente e AD del Gruppo: “Il primo semestre si è chiuso con dati in crescita rispetto all’analogo periodo precedente e con una migliore copertura dei costi dei fattori produttivi rispetto all’esercizio scorso, che era stato caratterizzato da un incessante incremento degli stessi.
Da questo punto di vista, il secondo semestre dovrebbe confermare questa tendenza di miglioramento, anche se è evidente la diminuzione dei volumi acquistati da parte dei consumatori, a causa dell’impatto dell’inflazione e del maggior costo del denaro. L’integrazione delle varie società del gruppo prosegue secondo il programma previsto, in un’ottica di semplificazione ed efficientamento societario e di business e per incrementare la già buona conversione di cassa”.
I dati dei ricavi fanno emergere come le acquisizioni abbiano garantito una maggiore diversificazione geografica, contribuendo al rafforzamento del Gruppo in Paesi chiave quali Stati Uniti (+32,3% di crescita rispetto al primo semestre 2022), Germania (+18,21%) rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione per il vino italiano all’estero.
A questo si aggiunge il progressivo ingresso nei mercati emergenti che costituiscono e sempre più rappresenteranno un bacino di potenziale crescita a supporto di ulteriori incrementi di fatturato nel medio periodo.
La dinamica dei ricavi per canali distributivi evidenzia: un marcato rafforzamento del wholesale (vendita alle catene della Grande Distribuzione Organizzata, ai monopoli statali) nonostante il difficile contesto di mercato; un riposizionamento del canale distance selling (vendita diretta ai privati) su livelli pre-pandemici, per effetto delle nuove abitudini di consumo al di fuori dell’ambiente domestico; ricavi quasi raddoppiati nel canale ho.re.ca sia a livello internazionale che a livello nazionale.