(di Mario Marino) Degrado urbano: ieri mattina ho assistito ad una scena imbarazzante in Lungadige Sammicheli. Una donna anziana sulla carrozzella elettrica è stata costretta a chiedere aiuto ad alcuni passanti perché non riusciva a superare il dislivello tra un lastrone di pietra e un altro, tanto sono sconnessi. Alcuni blocchi di pietra poi, in prossimità degli alberi, hanno una tale pendenza da mettere in pericolo chiunque. Lo sanno bene i residenti o le centinaia di turisti che percorrono quelle strade tutti i giorni per ammirare la nostra città. Il marciapiede e la strada sono perennemente stracolmi di foglie rinsecchite e cartacce. Il marciapiede di piazzetta Brà Molinari è dissestato e costellato di buche.
Sporcizia
Passeggiando di notte per le vie del centro non è insolito imbattersi in ratti che scorrazzano allegramente. I cestini dei rifiuti del centralissimo corso Sant’Anastasia, sopratutto nei fine settimana, traboccano di lattine e cartacce già a metà mattina. Poi c’è il problema delle utenze non domestiche: baristi e ristoratori loro malgrado, trovando i cassonetti strapieni, sono costretti a sistemare la loro immondizia a terra.
Degrado umano
Corso Sant’Anastasia, via Mazzini, via Cappello, sono presidiati già dalle prime ore del mattino da accattoni che chiedono insistentemente l’elemosina. Il cortile del Tribunale di notte, ma anche di giorno, si trasforma in un bivacco per senzatetto e sbandati.
Perché l’amministrazione comunale tollera una simile situazione in una delle città più belle e visitate ad mondo? Eppure Tommasi aveva promesso, tra le altre cose, un cambiamento radicale, un’attenzione proprio per il centro storico, attrattivo per migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
Svuotamento del centro storico
I centri storici si stanno svuotando dei loro abitanti, trasformati in una sorta di hotel diffuso, tra un fiorire di Airbnb, sedicenti bed & breakfast e affittacamere. Il fenomeno che è diventato una vera e propria impresa commerciale che ha cambiato il volto del centro non solo di Verona, ma di Roma, Firenze, o Venezia. Senza contare la concorrenza sleale denunciata (fin qui inutilmente, seppur a gran voce) dagli albergatori, tenuti a pagare imposte che il fenomeno Airbnb riesce a sfuggire.
Verona si sta spopolando anche di quei negozi storici che componevano il tessuto sociale e commerciale della città. Un’altra componente identitaria forte che va perdendosi a favore di grandi brand che rendono le città tutte eguali. Ma Verona è unica. E’ la sua storia che ce lo “dovrebbe ricordare“. Ormai nel centro storico si vedono solo turisti che scorrazzano con le vespe, i monopattini e ogni possibile mezzo. Vivono Verona come un luogo di cuccagna e deregulation. Quando si capirà che il centro storico va protetto, tutelato e conservato!
Ne abbiamo coscienza di cosa è? E’ il “nucleo” della memoria della nostra città, che dovrebbe palesarsi nelle strade, negli slarghi, nelle antiche piazze, nelle facciate dei palazzi, delle chiese e delle case. Sono la forma fisica, o dovrebbe esserlo, della nostra coscienza civica e storica di cittadini. Solo quando si avrà chiara la consapevolezza e la piena cognizione di cosa è realmente un centro storico, con i propri valori e con le proprie peculiarità, si potrà capire la sua importanza.
Si parla tanto di “centri storici”, di “centri antichi”, e di “recupero di valori architettonico-urbanistici”, ma spesso sembrano essere solo delle definizioni dai confini labili, poste sulla bocca dei politici, spesso ignoranti di urbanistica, di architettura e dei valori dell’arte, finiscono poi con l’essere del tutto stonate.