Verona – qui il nostro video – torna ad essere al centro dell’interesse del sistema bancario nazionale: dopo l’uscita di scena di CariVerona e Banca Popolare, il mercato scaligero è pronto a trovare una nuova dimensione. E a candidarsi al ruolo di banca locale per eccellenza è il sistema di credito cooperativo che oggi registra lo sbarco – in grande stile, tutta la città che conta presente all’inaugurazione della sua filiale a Borgo Trento – della BCC Roma, istituto nato nel secondo dopoguerra nell’agro romano ma che dal 2015 parla sempre di più veneto.

BCC Roma, infatti, su “invito” di Bankitalia ha rilevato nel 2015 la BCC Alta Padovana finita in crisi e da lì è partita la sua crescita nella nostra regione: oggi, il Veneto è la seconda regione italiana per presenza della BCC capitolina con 36 sportelli sui 184 totali dell’istituto, ma – soprattutto – dei 14,4 miliardi di raccolta complessiva ben 2,69 sono stati intercettati nel Veneto e dei 10 miliardi di impieghi nell’economia ben 1,37 sono finiti fra Padova, Venezia, Treviso e Verona di cui ben il 58% alle famiglie.

Nel Veronese la BCC Roma è già presente con le filiali di San Bonifacio e di Albaredo d’Adige.

BCC Roma, una presenza nel Veneto già consolidata

Anche sul versante societario la BCC Roma ha trovato in Veneto grande attenzione: dei 48mila soci già 3mila sono veneti e dei 23 comitati locali già cinque sono nella nostra regione.

«Numeri che ci evidenziano come il futuro del credito cooperativo sia quanto mai interessante – chiosa Flavio Piva, presidente delle Casse rurali venete – e l’arrivo degli amici di Roma va letto nella condivisione di questa sfida estremamente importante dopo l’uscita delle due grandi realtà storiche cittadine. Il sistema delle BCC cresce e sono contento che Roma abbia scelto Verona per rafforzarsi dato che, nonostante le nostre “baruffe” locali tipicamente venete, la nostra città è una delle più importanti in Italia come internazionalizzazione e la prima in Europa per solidarietà attraverso le tantissime opere svolte da tantissimi in silenzio».

bcc roma generale

Davanti alle autorità cittadine (dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al vescovo Pompili al sindaco Tommasi, a presidente e dg di ATV, a presidente e direttore del Consorzio della Valpolicella e a tantissimi altri) e nazionali (fra cui il presidente della Federcalcio e vicepresidente della BCC Roma, Gabriele Gravina) il presidente della BCC romana, Maurizio Longhi, ha tracciato lo scenario competitivo del settore bancario.

«Non mi sottraggo al problema – risponde ai cronisti – il momento è complesso e la forbice dei tassi sta creandoci non pochi problemi. Come banchieri non ne siamo entusiasti: l’aumento dei tassi porterà con sé anche un aumento dei crediti deteriorati; nel frattempo il valore del nostro portafoglio titolo svaluterà e avremo un incremento dei problemi relazionali coi nostri clienti.

Tutto questo non ci aiuta ed a questo però intendiamo rispondere schierandoci dalla parte delle persone: valutiamo con attenzione ogni richiesta di allungamento dei mutui in essere; ogni richiesta di motivata sospensione e sul versante della raccolta faremo di tutto per dare la giusta remunerazione ai nostri correntisti».

BCC Roma, Maurizio Longhi: andiamo dove le “grandi banche” non vanno più

Longhi si è soffermato su cosa la BCC Roma vuole fare a Verona: «Verona è una somma di eccellenze ed ha una grande vitalità economica. Siamo in questa regione dal 2015 e da allora ci siamo sempre considerati una banca di questo territorio: abbiamo salvato i risparmi dei vecchi correntisti, i posti di lavoro pre-esistenti e la risposta del mercato locale è stata superiore alle nostre stesse aspettative. Vogliamo fare lo stesso qui a Verona: col nostro spirito cooperativo, guardando ai bisogni ed ai progetti dei Veronesi.

Un’attività bancaria “sana” che garantisce risposte ed efficacia, che non dimentica il suo ruolo mutualistico, attenta alle famiglie ed alle PMI. Noi siamo andati e andremo dove il grande sistema bancario non va più, ma dove vive e opera il meglio dell’eccellenza italiana.

Qui, nel Veneto, ci sono le origini del credito cooperativo (avviato a Loreggia, Padova, nel 1883 da Leone Wollemborg poi ministro delle Finanze del Regno d’Italia): un grande progetto per far crescere il Paese. Oggi come allora noi consideriamo il ruolo delle banche rispettoso delle persone perchè le banche non possono essere fredde e regolate soltanto dai numeri».