Grande partecipazione e commozione, stamattina, alla cerimonia commemorativa dell’80° Anniversario dell’Eccidio della Divisione Acqui di Cefalonia e Corfù, che si è svolta al Parco delle Mura, in circonvallazione Oriani, di fronte al monumento eretto a Verona nel 1966 dallo scultore, partigiano e poeta Mario Salazzari, in onore dei caduti veronesi.
Presenti alla cerimonia il prefetto di Verona Donato Giovanni, il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il Comandante del COMFOTER di Supporto Generale di Corpo d’Armata Massimo Scala, il presidente nazionale ANDA Claudio Toninel, l’attuale comandante della Divisione Acqui, il Generale di Divisione Francesco Bruno e numerose autorità civili e religiose, locali e nazionali. Presenti anche gli alunni della Scuola Media Betteloni, che lo scorso 26 maggio hanno partecipato alla seconda edizione di “Corri Acqui”, svolta nella zona circostante il Monumento Nazionale.
La ricorrenza dà memoria a uno dei più tragici fatti che coinvolse l’Esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale, tra il 12 ed il 26 settembre del 1943, con la cruenta morte di migliaia di
soldati italiani della Divisione Acqui, dislocata in Grecia, nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù. Dopo l’8 settembre 1943 il presidio tedesco dell’isola intimò all’Acqui di arrendersi. Il comandante non
solo rifiutò la resa, ma il 14 la intimò ai tedeschi. La risposta fu un violento attacco aereo alle postazioni italiane, contro le quali fu sferrata una violenta offensiva di mezzi corazzati.
Pur combattendo con valore, gli italiani, inferiori per armamento e privi di protezione aerea, il 22 chiesero la resa, dopo avere perso circa 5000 uomini, tra militari e ufficiali. Secondo lo studio di Silvano Lugoboni, collaboratore dell’archivio di Stato di Verona, solo a Cefalonia c’erano ben 471 soldati veronesi, di cui se ne contano 18 fucilati, 14 deceduti, 87 dispersi (5 nel Mar Ionio). Altri 220 furono internati nei campi di concentramento in Grecia, nei Balcani, in Russia e Germania e dati per dispersi. Sempre secondo l’analisi delle fonti storiche, risultano anche 14 ufficiali veronesi, di cui 4 deceduti, 8 fucilati e 1 disperso sull’isola di Cefalonia. Se ne salvò solo uno.
Tommasi: è nostro dovere celebrare e ricordare i caduti e i reduci
A ricordo degli eroi che perirono in nome della libertà, nel corso della mattinata sono state deposte tre corone d’alloro al monumento dedicato alla Divisione Acqui: la corona del Governo, la
corona del Comune e la Corona dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui.
«È con grande emozione che apro questa cerimonia e invito tutti a commemorare questi 80 anni di un eccidio che ha segnato la storia del nostro Paese, della nostra città, della nostra provincia, dei nostri
territori. Ringrazio tutte le autorità civili, militari e religiose presenti – ha esordito il sindaco Damiano Tommasi -. La città di Verona ha il dovere di rendere questa giornata un momento solenne, di
riflessione, soprattutto di collegamento con i nostri tempi e la nostra Europa. È nostro dovere celebrare i caduti, i reduci, le persone che hanno subito questo tragico momento nella propria famiglia con la
massima partecipazione e serietà, nella convinzione che sia altrettanto nostro dovere ricordare, per non ripetere i medesimi errori. I testimoni viventi di questa triste storia ci insegnano a non tornare su quei
passi. La politica ha il compito di far dialogare, di trovare soluzioni che non siano le armi».
«Ringrazio il Comune di Verona e il COMFOTER di Supporto di Verona, per la splendida collaborazione alla realizzazione dell’odierna Cerimonia, a noi Acquini tanto cara e importante – afferma Claudio Toninel,
presidente nazionale ANDA – ma sono particolarmente felice per la numerosa partecipazione di oltre 120 alunni della Scuola Media Betteloni e dell’Istituto Alberghiero di Bardolino, perché è a loro che dobbiamo
trasmettere i valori di legalità, convivenza pacifica e rispetto e tutela della libertà, della democrazia e della Costituzione, conquistate, con tanto dolore e sofferenza dai nostri eroici nonni, caduti nelle guerre che hanno afflitto l’Italia nel secolo scorso o che sono sopravvissuti ai massacri e sono stati testimoni oculari di tanto dolore e sofferenza».
La mattina di giovedì 21 settembre, è stata deposta una ghirlanda di fronte al monumento dedicato al generale Salvatore Pianell, ai giardinetti di viale Piave, in occasione del 141° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria, per mano del sindaco Giulio Camuzzoni.
Siciliano d’origine, Pianell fu il primo comandante del corpo d’armata di Verona dopo la dominazione asburgica. Stabilitosi a Verona nel 1866, riuscì ad evitare che i forti austriaci venissero demoliti, anzi ne favorì la ristrutturazione in modo che potessero essere usati dall’esercito italiano.