Alzheimer nel mondo

Nel mondo sono 55 milioni le persone, soprattutto anziane con malattia di Alzheimer o assimilate, che vivono fette da demenza. Numero che secondo l’ultimo rapporto dell’OCSE dovrebbe raddoppiare entro il 2050, per cui a livello mondiale si raggiungerebbero i 152 milioni.  E’ la settima causa di morte nel mondo.  I costi economici e sociali della demenza hanno raggiunto nel 2018, ultimo dato disponibile, i 1000 miliardi di dollari.

Alzheimer in Italia

In Italia si stima che la demenza colpisca 1.241.000 persone (che diventeranno 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050). I nuovi casi nel 2015 sono 269.000 e i costi ammontano a 37.6 miliardi di euro, tutto ciò senza tenere conto dei circa 3 milioni di familiari che ruotano intorno al milione di persone stimate, e che incidono in misura considerevole sullo scenario globale del peso socio-sanitario e dei costi.

Non c’è ancora una cura

Attualmente per la malattia di Alzheimer e le altre demenze a base neurodegenerativa non c’è una cura. Alla luce di ciò, si rende importante promuovere e sostenere tutte quelle azioni che possono favorire la salute cognitiva, affettiva e sociale delle persone con demenza e dei loro familiari.
Nella realtà quotidiana un supporto importante può venire da una rete efficiente di servizi territoriali (medico di famiglia, centri diurni, assistenza domiciliare integrata), nonché dalle associazioni di familiari.

Il Piano Nazionale Demenze

Il «Piano Nazionale Demenze (PND) – Strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze» formulato dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità e le tre Associazioni dei pazienti e dei familiari rappresenta un importante documento di sanità pubblica che fornisce indicazioni strategiche per la promozione e il miglioramento degli interventi nel settore delle demenze. Nel 2022 è stato istituito il Fondo per l’Alzheimer e Demenze è stata l’azione di maggior rilievo degli ultimi anni sul tema delle demenze in termini di sanità pubblica e ha reso possibile realizzare interventi concreti rivolti alle persone con demenze e a famigliari e caregiver. Sono stati stanziati 14 milioni per le Regioni e 900.000 euro per l’Istituto Superiore di Sanità per potenziare i servizi di prevenzione, diagnosi e trattamento per le persone con demenze.

La Federazione Alzheimer Italiafornisce dei consigli per prevenire la malattia mantenendo il cervello attivo.

Come comincia l’Alzheimer?

Importante capire quando una persona comincia a dare segni di decadimento cognitivo. Sono facili da cogliere: perdita della memoria e azioni irrazionali nei comuni gesti quotidiani, come mettere la tazzina sporca nel posto di quelle pulite. Sono segnali anche un segnale anche la difficoltà di linguaggio, il disorientamento spazio-temporale, l’incapacità di fare i conti, il  cambio del carattere, l’apatia e disinteresse per il mondo circostante.

Difficile dire che cosa si possa fare per prevenire la demenza senile, per la quale sono chiami in causa fattori genetici e quindi indipendenti dalla nostra volontà. Le raccomandazioni, quasi scontate, sono sempre quelle utili a prevenire anche altre malattie: stili di vita sani, a partire dall’alimentazione e dal movimento, evitando il fumo; mantenersi attivi, impegnati, con relazioni sociali in modo da mantenere il cervello sempre in allenamento.

55 milioni nel mondo e  un milione in Italia i malati di Alzheimer

Ma purtroppo anche tutto questo a volte non serve se è vero, come è vero, che dall’Alzheimer vengono colpiti intellettuali e sportivi, persone che hanno continuato ad avere una loro attività o che hanno tenuto il cervello attivo. La speranza è che gli studi che sono in corso in tutto il mondo riescano a trovare una terapia.