Ormai è sicuro. Fratelli d’Italia va a Congresso. Non sarà un congresso nazionale. La leadership della Meloni è salda e non ha bisogno di conferme. E, almeno per ora, non ci saranno nemmeno i congressi regionali e i coordinatori continueranno ad essere nominati da Roma, nella miglior tradizione centralista dei partiti della destra italiana. Si svolgeranno invece in tutt’Italia i congressi comunali e quello provinciale. E quindi anche a Verona e provincia. Con i primi verranno eletti i presidenti dei circoli, che generalmente coincidono con i comuni dov’è presente una ‘sezione’ di almeno dieci iscritti. Al Congresso provinciale, che verosimilmente dovrà essere celebrato in ottobre o novembre, verrà eletto il presidente e, pare, una quota della direzione provinciale. Pare, perché ancora non è stato reso noto da Roma il regolamento congressuale.

Al congresso partecipano tutti gli iscritti

E’ comunque praticamente certo che il meccanismo non preveda l’elezione dei delegati dei ‘circoli’ al congresso provinciale e che a questo possano partecipare tutti gli iscritti che avranno diritto di votare il vertice del partito veronese. Saranno considerati iscritti tutti coloro che hanno fatto la tessera, che costa 10 euro, entro il 30 settembre. Operazione che si può fare anche online. Insomma un congresso assembleare nel quale necessariamente, dati i numeri, sarà inevitabile la semplificazione.

Il primo congresso nella base in 10 anni

Questi i passaggi della fase congressuale che FdI non aveva mai sperimentato. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2013, erano stati celebrati solo due congressi nazionali: uno fondativo, nel marzo del 2014 a Fiuggi, a sottolineare il legame storico con Alleanza Nazionale di cui ha ripreso il simbolo, ed uno nel dicembre del 2017, senza però l’elezione delle cariche territoriali. Questo venne celebrato a Trieste. In pratica una kermesse nel quale Giorgia Meloni venne acclamata presidente. E, visti i risultati, mai scelta si rivelò più giusta.
Con la stagione congressuale che si è avviata, dopo la decisione dell’Assemblea Nazionale tenuta a Roma il 12 settembre scorso, è invece la prima volta che viene coinvolta la base del partito. 

Chi si candiderà?

Attualmente, e da quando esiste il partito a Verona, il presidente provinciale è Ciro Maschio, deputato, tra i fondatori del partito, molto vicino alla Meloni con la quale collabora fin dai tempi del Fronte della Gioventù quando entrambi militavano fra i giovani di Alleanza Nazionale. Con ogni probabilità si ricandiderà per continuare a guidare il partito veronese in nome della continuità.

Fratelli d’Italia va a Congresso

Non si sa invece se qualcun altro, magari dei nuovi arrivati durante la fase della grande crescita elettorale di FdI, avanzerà una candidatura alternativa. Nel partito veronese, oltre alle componenti ‘storiche’, cioè di coloro che già avevano militato in An o addirittura nel Msi, sono entrati dei gruppi organizzati. Come quello che fa capo a Stefano Casali, uno dei due leader della lista civica di Verona Domani, di cui è presidente Matteo Gasparato, o quello che ha come riferimento il consigliere regionale Daniele Polato, della lista civica Battiti cui appartiene anche l’ex sindaco di Verona Federico Sboarina. Entrambi potrebbero cercare di aumentare il loro peso interno e rivendicare, in nome dei risultati in termini di voti, la guida di Fratelli d’Italia a Verona.
Ma tutto questo lo si potrà vedere in seguito, non appena si sarà conclusa la fase del tesseramento che è in pieno svolgimento. Difficile prevedere come saranno distribuiti i numeri dei tesserati. Manca meno di una settimana al 30 settembre, termine ultimo per la presentazione dei moduli d’iscrizione e per fare il relativo versamento. Per ora l’indicazione della Meloni è quella di fare un congresso unitario, ovvero con un unico candidato, possibilmente votato per acclamazione.