L’idea di Verona città metropolitana l’Adige l’aveva lanciata più di due anni fa, precisamente il 9 agosto 2021 (https://www.giornaleadige.it/la-grande-verona-per-rinascere-dobbiamo-crescere-di-dimensioni-e-farci-metropoli/). Qualche giorno fa l’ha tirata fuori, giustamente, il comandante della Polizia Municipale Luigi Altamura, lamentando la scarsità di personale in rapporto alle esigenze di un afflusso di visitatori e di mezzi sproporzionato alle risorse e ai mezzi che lo Stato ci riconosce. E a ruota è seguito il presidente degli industriali veronesi Raffaele Boscaini che ha sposato l’idea.
E’ un bene che si stia prendendo coscienza di quello che a suo tempo avevamo proposto. L’importante delle idee è che corrano. E magari anche che vadano in porto. Vuol dire che lo scopo per il quale l’Adige è nato si sta realizzando. E questa è una piccola soddisfazione. Ma veniamo al tema.
La legge del 7 aprile 2014 n.56 ha istituito le città metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, aventi come finalità istituzionali generali lo sviluppo strategico del territorio, la promozione e la gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, la cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee. Il territorio della città metropolitana coincide con quello delle province. Indubbi sono i vantaggi della città metropolitana in termini di trasferimenti statali.
Verona è di fatto una città metropolitana
La legge non ha considerato Verona anche se ne ha tutte le caratteristiche per essere una città metropolitana, al centro com’è di un importante area densa di insediamenti umani e di strutture produttive, sicuramente più rilevanti di Reggio Calabria!
Ciò si traduce per noi veronesi in un danno d’immagine oltre che economico in termini di finanziamenti dallo stato.
Come ha sottolineato Altamura ogni anno a Verona confluisce una quantità di visitatori che la pongono ai vertici nazionali non solo per il numero degli abitanti residenti, ma anche per quello di coloro che vengono in città per la sua bellezza ed i suoi monumenti, per il mito di Giulietta e Romeo, per il Festival lirico e per i concerti, per le manifestazioni fieristiche, per numerosi congressi ed eventi di vario tipo oltre che per le numerose attività economiche.
Sono più di 17 milioni i visitatori che nel corso dell’anno s’aggiungono ai residenti del capoluogo e della provincia che sono poco meno di un milione.
E’ di tutta evidenza che se i trasferimenti statali alle istituzioni territoriali sono commisurati al solo numero degli abitanti, come può avvenire per altre città, come Cuneo o Avellino, essi diventano insufficienti in rapporto al flusso di persone che vi confluiscono e per lo specifico peso economico di Verona.
Sono ormai quasi dieci anni che è stata varata la legge istitutiva delle città metropolitane che l’ha esclusa.
Verona città metropolitana è una necessità
Noi però non dobbiamo rassegnarci ad un ruolo di città di “serie B”. Lo strumento legislativo già esiste. Basta una semplice proposta di legge che modifichi la la legge del 7 aprile 2014 n.56 aggiungendo “Verona” dopo “Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria”.
Ciò permetterebbe di razionalizzare le scelte urbanistiche e infrastrutturali del territorio veronese,
rendendo migliore la vita dei cittadini. Significherebbe poter fare progetti per il futuro pensando più in grande.
In parlamento siedono 9 parlamentari veronesi. 10 se consideriamo anche una veronese eletta a Trento. Tra questi alcuni di peso, come il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che è la terza carica dello Stato. Basta una modifica alla legge, semplice ma tanto utile a Verona e al suo territorio. L’Adige passa a loro la palla.