Per Francesco Vincenzi, presidente ANBI: “serve però più prevenzione civile. Nel tempo delle scelte di bilancio deve essere considerata una priorità anche per i conti dello Stato”
(di Stefano Cucco) In un’estate caratterizzata dall’estremizzazione degli eventi atmosferici, assume significativa rilevanza il rinnovo del Protocollo d’Intesa fra il Dipartimento della Protezione Civile ed ANBI finalizzato alla valutazione ed allo scambio di conoscenze, dati, informazioni su criteri, indicazioni, elementi tecnici, utili alle attività di presidio territoriale idraulico, nonché di valutazione degli scenari di rischio e di sua mitigazione nel tempo.
L’intesa assicura la piena integrazione dei Consorzi di bonifica nel Servizio Nazionale della Protezione Civile per il raggiungimento di obbiettivi di comune interesse nel campo della previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza con particolare riferimento ad eventi idrogeologici e idraulici. Per quanto riguarda la fase di previsione e prevenzione, viene promossa la stipula di accordi di collaborazione tra gli enti territoriali ed i Consorzi di bonifica, finalizzati alla condivisione di dati di osservazione su eventi meteoidrologici ed idrogeologici locali.
ANBI supporta il Dipartimento della Protezione Civile nelle attività di monitoraggio strumentale, implementando l’installazione di sensori presso gli impianti degli enti consortili. I Consorzi di bonifica sono inoltre coinvolti nelle attività di prevenzione strutturale attuate dalle Regioni, nonché nelle attività di raccordo tra le misure non strutturali, programmate dagli enti consorziali nei territori di loro competenza e la pianificazione della protezione civile comunale e di area vasta.
Nell’ambito delle misure di riduzione del rischio, ANBI proseguirà l’impegno a favorire interventi per l’infiltrazione delle acque piovane nelle falde freatiche, la riduzione dei fenomeni erosivi, nonché la mitigazione del deflusso idrico superficiale; ANBI si impegna anche a sostenere l’estensione di misure volte alla laminazione delle piene mediante la regolazione dei deflussi dagli invasi gestiti dai Consorzi di bonifica.
Per quanto riguarda la gestione delle emergenze e le connesse attività di valutazione del rischio, ANBI supporta il Dipartimento della Protezione Civile nella raccolta delle informazioni sugli effetti indotti al reticolo idrografico ed alle infrastrutture irrigue anche con l’ausilio di specialisti; il Dipartimento della Protezione Civile mette altresì a disposizione le informazioni sugli eventi emergenziali previsti o in atto.
“Accogliamo con grande soddisfazione il rinnovo del Protocollo d’Intesa con il Dipartimento della Protezione Civile”, sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI. “L’intesa ha fin qui consentito di ottenere significativi risultati attraverso reciproca fiducia, trasparenza ed impegno per il bene comune; ciò è condizione indispensabile per intraprendere le nuove sfide, che i cambiamenti climatici pongono. A tal proposito auspichiamo che il Governo, accanto al taglio del cuneo fiscale ed agli interventi per favorire la natalità, ponga la salvaguardia idrogeologica fra gli obbiettivi prioritari per il Paese, anche considerato che, solo da maggio ad oggi, sono quasi 35 i miliardi destinati a territori colpiti da eventi estremi”.
“Di fronte a complesse scelte di bilancio nazionale, ci corre l’obbligo di ricordare che intervenire preventivamente costa 5 volte meno che riparare i danni, senza considerare il tributo in vite umane, nonchè le profonde conseguenze sul futuro delle comunità e per lo sviluppo economico locale”, aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. “Sono centinaia i progetti cantierabili, che i Consorzi di bonifica mettono a disposizione del Paese nei piani per invasi multifunzionali e per l’efficientamento della rete idraulica, capaci di aumentare la sicurezza dei territori, garantendo migliaia di posti di lavoro”.
“A corollario di ciò”, conclude Vincenzi, “c’è una scelta di fondo a costo zero: l’approvazione della legge contro l’indiscriminato consumo di suolo in un Paese, che vede abbandonati o cementificati circa 19 ettari al giorno, aumentando i rischi per il territorio. Non basta la meritoria azione della Protezione Civile: serve più prevenzione civile e questa è una scelta, che spetta alla politica”.