Damiano Tommasi dice no alla bandiera d’Israele su Palazzo Barbieri in segno di solidarietà alle vittime dei tagliagole di Hamas? Paura di esporsi o un cedimento alla sinistra radicale? se lo chiede Alberto Bozza che con Gigi Pisa (nella foto qui sotto) aveva chiesto all’amministrazione di centrosinistra di esplicitare la propria vicinanza alle popolazioni civili : «Avevamo chiesto oltre al minuito di silenzio poi accordato, di esporre la bandiera di Israele sul pennone di Palazzo Barbieri, o in alternativa di proiettarne l’immagine sulla facciata.
Una richiesta simile a quella che lo stesso Bozza, assieme alla collega in Regione Veneto Elisa Venturini, aveva avanzato a Palazzo Ferro Fini, a Venezia, sede del Consiglio regionale del Veneto. Se a Ferro Fini il presidente dell’assemblea consiliare Roberto Ciambetti l’ha accolta (ieri sera il Palazzo si è illuminato di blu ), Tommasi invece ha preso tempo, sostenendo che per il momento basta il minuto di silenzio che si è rispettato ieri sera in Consiglio comunale a favore “di tutte le vittime civili dei conflitti in corso” ha scritto in risposta a Bozza e Pisa.
Damiano Tommasi accoglie solo la richiesta di un minuto di silenzio
Bozza e Pisa rimarcano: “Ringraziamo il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale per aver accolto il minuto di silenzio da noi richiesto, tuttavia registriamo che Tommasi non ha preso posizione, rimanendo sul vago, con appelli generici al rifiuto di ogni violenza. Noi crediamo invece che sarebbero opportune testimonianze di solidarietà decise a favore di Israele, vittima del sanguinario attentato terroristico di Hamas, che nulla c’entra con il popolo o la causa palestinese.
Occorre schierarsi nettamente contro le azioni di violenza di matrice terroristica e noi non abbiamo dubbi da che parte stare, senza se e senza ma”. Bozza e Pisa sperano che “Tommasi non sia condizionato in qualche modo da una parte della sua coalizione”.
“Non vorremmo – concludono Bozza e Pisa – che non si schieri per non scontentare qualcuno. È noto che a sinistra, soprattutto in quella radicale, alberga storicamente un sentimento quantomeno ambiguo su Israele. Ma qui siamo davanti a uno Stato democratico che ha subito una carneficina, non è il momento delle ambiguità”.
Nei giorni scorsi anche Stefano Casali aveva denunciato (qui il ns articolo) la scarsa “attenzione” data alle vittime israeliana e la “dimenticanza” del Comune di Verona sul tema.