(di Matilde Anghinoni) Obiettivo raggiunto. Le Lunatike si erano prefisse un traguardo di 2.500 euro per la raccolta fondi destinata alla Casa della Giovane e sono riuscite a portare a casa quasi 3.000 euro durante la corsa Resia Rosolina Relay. L’intero ricavato è già stato devoluto al comitato veronese dell’Acisjf, l’Associazione cattolica internazionale al servizio della giovane.
I soldi raccolti sono destinati a “supporto psicologico”, uno dei progetti della Casa della Giovane destinato non solo alle donne vittime di violenza domestica ma anche a quelle che si trovano in emergenza abitativa, prive di una rete amicale o parentale che le possa sostenere. “Per uscire da una situazione di violenza, la donna deve avere un’opportunità – spiega la psicologa Alice Bortolameazzi, ideatrice del progetto – Noi lavoriamo perché le donne in accoglienza possano sentirsi accolte e al sicuro, una sensazione che spesso provano per la prima volta”.
I progetti dell’associazione, infatti, vengono supportati mediamente per il 55/60% dallo Stato, mentre il resto proviene da donazioni o grazie al lavoro delle volontarie. L’iniziativa delle Lunatike servirà quindi a permettere che più donne possibili possano essere sostenute nel percorso verso l’autonomia.
Ma come funziona nella pratica il progetto di sostegno psicologico della Casa della Giovane?
“Il primo passo da fare, quando una donna arriva nella casa, è puntare sul benessere psicologico. – prosegue Bortolameazzi – All’inizio sono affaticate, banalmente hanno bisogno di dormire e decomprimere. Dopo di che io lavoro sulla liberalità e sull’individualità stimolando le risorse latenti e puntando sulla creazione dell’autostima. Organizziamo incontri una volta a settimana, in alcuni casi due volte, ma siamo presenti comunque tutto il giorno nella casa e lavoriamo a 360 gradi. L’obiettivo è che riprendano consapevolezza del senso di libertà che per tanti è un diritto fondamentale ma per loro non è così. Quindi devono sentirsi ascoltate e sostenute”.
“Uno dei nostri punti di forza è il lavoro in equipe – le fa eco Marta De Felice, direttrice della Casa della Giovane – un’equipe multidisciplinare dove ognuno ha il proprio punto di vista perché dopo aver favorito il benessere psicologico, per quanto riguarda le donne con difficoltà economiche, lavoriamo sulla ricerca del lavoro e poi sull’autonomia abitativa. Questo comprende capire quale tipo di lavoro è più adatto a ciascuna donna, creare un curriculum, o ancora accompagnare ai colloqui. Quindi, insieme anche agli assistenti sociali e alle associazioni che abbiamo incontrato nel corso degli anni, aiutiamo le donne a diventare autonome”.
E poi c’è anche il fattore figli. La psicologa si focalizza anche sul sostegno nella relazione mamma-figlio supportando e consigliando anche nei problemi della quotidianità. Tra questi, ad esempio, l’integrazione nell’ambiente scolastico. “É fondamentale il ruolo degli insegnanti. – prosegue la dott.ssa Bortolameazzi – Non solo perché spesso sono proprio loro che ci segnalano bambini e ragazzi che potrebbero vivere situazioni problematiche, ma anche perché lavoriamo insieme a loro per quelli che già sono nella casa. Questo ci permette di integrare i progetti con iniziative come i corsi di lingua, sostegno nei compiti…”.
Non un progetto isolato, quindi, ma un punto di partenza per portare la forza “lunatika” a più donne possibili.
Nel frattempo, le Lunatike hanno proposto anche un progetto sportivo focalizzato sulla corsa per le ospiti della Casa della Giovane. “Noi ci crediamo; nel potere dello sport e della corsa, nella possibilità che anche i progetti più piccoli possano fare la differenza. La corsa ci piace perché è un modo anche per prendere consapevolezza di sé e del proprio corpo”.
“Durante la Resia-Rosolina in tanti si stupivano del fatto che facessimo tutto da sole. Ci chiedevano ma non avete “quello” per guidare il furgone? O “quello” per accompagnarvi nella corsa di notte? No, non avevamo “quello”. Ci aiutavamo a vicenda, guidavamo noi il furgone, accompagnavamo noi in bici chi non se la sentiva di correre da sola di notte. Vogliamo fare capire alle donne che non hanno bisogno di un “quello” ma che possono contare sulle loro forze”.
E infatti, le Lunatike corrono di notte per sentirsi libere e combattono contro gli stereotipi che caratterizzano ancora il presente. Lo stesso presente toccato ancora dalle ingiustizie, come quella che obbliga le donne ad allontanarsi dalla propria casa quando vittime di violenza, mentre i carnefici sono liberi di rimanere dove vogliono alla ricerca della prossima da colpire. Contro queste ingiustizie lavorano ogni giorno le donne della Casa della Giovane insieme alle numerose volontarie e ai volontari che si occupano delle attività essenziali: dal tenere i bambini quando le donne lavorano, o svolgere lavori manuali come tinteggiare, ma anche ritirare i beni alimentari e redistribuirli.