(di Marco Danieli) L’incontro organizzato nella sede della Provincia di Verona di AGS (Azienda Gardesana Servizi) è  stata l’occasione per mettere al centro il tema del Nuovo Collettore del Garda, opera decisiva per l’ecosistema e lo sviluppo dell’intero territorio. 

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Alla riunione hanno partecipato il presidente di AGS Angelo Cresco, il direttore generale di AGS Carlo Alberto Voi, il vice presidente della Provincia Luca Trentini, il presidente di ATS Garda Ambiente e sindaco di Castelnuovo D. G. Giovanni Dal Cero, i deputati e i senatori veronesi, i consiglieri regionali, i sindaci soci di AGS e i rappresentanti delle organizzazioni di categoria.

Presenti i senatori Matteo Gelmetti e Paolo Tosato e i deputati Ciro Maschio, Maddalena Morgante e Marco Padovani.

AGS. I fondi stanno finendo

I finanziamenti finora stanziati dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Veneto e dall’Ente Provincia di Verona, pari a 44,3 milioni di euro, si esauriranno a breve con la conclusione del VI° lotto funzionale.

Proprio per questo, il rischio di vedere incompiuta l’opera, che è stata progettata per mettere in sicurezza la più grande riserva di acqua dolce italiana, diventa concreto in mancanza di ulteriori finanziamenti. II valore complessivo dell’opera, per la sponda veronese del lago, è pari a 116,5 milioni di euro (più un aumento per il rincaro dei prezzi).

Altro pericolo concreto: senza nuovi finanziamenti AGS non è in grado di accompagnare la costruzione delle piste ciclabili finanziate con la contemporanea immissione sugli stessi percorsi delle tubazioni necessarie. Il risultato è che domani dovremmo rompere le ciclovie per rifare il collettore sottostante. Tutto ciò con un evidente spreco di risorse.

Il presidente di AGS Angelo Cresco ha annunciato con un certo sollievo che finalmente, seppure in ritardo di due anni rispetto ai veronesi,  i comuni della sponda bresciana «hanno deciso di farsi il loro depuratore».  Erano anni che AGS spingeva per la separazione, in quanto fino ad oggi tutti gli scarichi confluiscono sul depuratore di Peschiera. Ciò comporta che le tubature della sponda bresciana attraversino il Lago, con tutto quel che ciò comporta in termini di rischio ambientale.

Perciò l’AGS sta costruendo il Nuovo Collettore con le tubature interrate, proprio per evitare che per qualche guasto i liquami possano fuoriuscire e inquinare le acque del Lago, com’è già successo. 

ags

Il percorso del Collettore coincide per tre quarti con quello della Ciclovia del Garda, d’interesse nazionale. «Ma -ha osservato Cresco– se non ci danno mi mezzi per mettere giù le tubature succederà che faranno la Ciclovia e poi noi dovremo rompere tutto per posare i tubi». Il che sarebbe irrazionale oltre che uno spreco di denaro pubblico.

Il problema che il presidente il direttore generale di AGS Carlo Alberto Voi hanno tenuto ad esporre alle istituzioni presenti è che i 43,3 milioni ricevuti finora da Roma, dalla Provincia e dalla Regione sono finiti. «Non abbiamo i mezzi per continuare l’opera». E’ questo l’allarme che lancia AGS. 

«Il rischio – ha avvisato il direttore generale – è di procrastinare l’opera, con tutti i rischi ambientali che ciò comporta. Se non arriveranno i finanziamenti per andare avanti con i lavori sarà inevitabile che poi i costi per ultimare l’opera ricadano sugli utenti con l’aumento delle bollette. E questo non sarebbe giusto, perché non si può far pagare ai privati cittadini la tutela dell’ambiente e di quella che è la più grande riserva d’acqua dolce che abbiamo in Italia».

L’allarme è stato lanciato. Ora tocca ai parlamentari veronesi passare all’azione. 

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