(di Stefano Cucco) Sono oltre 14mila le zone dell’Unione Europea a significativo rischio di alluvioni. Tali fenomeni sono le catastrofi naturali più comuni e le loro conseguenze sono devastanti non solo per le vite umane, ma anche per la biodiversità e per le gravi perdite economiche, che comportano.
“Secondo uno studio del mondo assicurativo, i costi per danni da cambiamenti climatici sono cresciuti, in 10 anni, del 5,7% a livello internazionale, ma del 46% in Italia” sottolinea Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Nei prossimi decenni si assisterà probabilmente ad un aumento del rischio di alluvioni in Europa, con le conseguenze, che ne derivano ed è questo uno dei temi, che sarà affrontato dall’annuale Assemblea EUWMA (European Union of Water Management Associations, cui aderiscono 10 Paesi del Vecchio Continente), in calendario a Roma, nella sede di ANBI, lunedì 23 Ottobre prossimo.
“I costi umani ed economici delle recenti alluvioni in Slovenia e in Grecia sono stati devastanti“, ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario Europeo per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca.
“Questi fenomeni meteorologici estremi sono purtroppo sempre più frequenti nell’UE e nel mondo, per cui dobbiamo prepararci meglio e adeguarci. Per attenuare efficacemente i rischi climatici che ci troviamo ad affrontare, abbiamo bisogno di informazioni affidabili“.
Per questo, la Commissione Europea ha pubblicato on-line un nuovo strumento che. per la prima volta, fornisce una mappa unica delle zone a rischio significativo di alluvione ed un portale di accesso a tutte le informazioni correlate, fornendo ai decisori una visione d’insieme.
I dati sono forniti dagli Stati membri e comprendono le valutazioni preliminari del pericolo di alluvioni, le mappe ed i piani di gestione del rischio.
“La disponibilità di dati è la condizione preliminare ad ogni politica di adattamento alla crisi climatica – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI e prossimo Presidente di turno di EUWMA – Per questo, nei Consorzi di bonifica è in atto una forte accelerazione tecnologica, che non è sostitutiva, ma integrativa dell’esperienza umana, maturata sui territori”.
“Da qui – conclude Vincenzi – le partnerships con primari gruppi industriali, ma anche con le Autorità di bacino distrettuale come nel caso del lago di Albano, dove sarà installata una rete sensoristica per monitorare le condizioni del bacino laziale, da tempo in crisi idrica“.