(di Stefano Cucco) Tocca a Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), guidare per un anno la European Union of Water Management Associations (EUWMA). Subentra al belga Sam Coulier, la cui presidenza di turno si è caratterizzata per l’impegno comune sul tema della risalita del cuneo salino.
A EUWMA aderiscono le organizzazioni pubbliche, locali e regionali di gestione dell’acqua di dieci Stati europei: Belgio, Italia, Ungheria, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Romania e Paesi Bassi. Lo abbiamo raggiunto per una breve intervista.
Quali sono gli obiettivi della presidenza italiana?
“Dobbiamo evitare che l’acqua diventi un business per pochi ed un problema per molti” risponde Vincenzi in sede di presentazione degli obbiettivi della presidenza italiana, che intende caratterizzarsi per evitare l’affermarsi di derive culturali, che tendono a contrapporre agricoltura ed ambiente.
Come intende operare?
“La crisi climatica ha favorito il rinascere di una coscienza comune sull’indispensabile funzione dell’acqua ma, di fronte all’estremizzazione localizzata degli eventi atmosferici, non possono esistere ricette omogenee, che vanno invece adattate alle singole realtà territoriali, pur nella condivisione degli obbiettivi – risponde il neoPresidente di EUWMA. – Argomento fondamentale è la revisione della Direttiva Quadro Acque del 2000, perché disegnata su una realtà idrica, che non c’è più e la sua pedissequa applicazione rischia di creare gravissimi danni proprio a quelle realtà, che traggono linfa vitale dalla presenza dell’acqua sul territorio”.
Nel concreto qual è la prima istanza che vuole portare avanti?
“Ormai unanime è la convergenza di EUWMA sulla necessità di nuove infrastrutture capaci di trattenere maggiori quantità d’acqua da utilizzare nei momenti di bisogno; gravi segnali arrivano, infatti, da tutta Europa: dalla desertificazione di territori spagnoli, dove non piove da 6 anni alle cospicue perdite di produzioni agricole in Germania. E’ necessario evitare approcci ideologici, partendo dalla consapevolezza che viviamo in un ambiente gestito, per la cui salvaguardia vanno perseguiti obbiettivi realistici, definendo azioni realizzabili ed il loro calendario, aiutati anche dall’innovazione tecnologica. Bisogna incrementare la resilienza di territori e loro comunità, definendo piani di gestione della siccità e delle alluvioni; in questo è determinante riconoscere il ruolo dell’agricoltura nella manutenzione dell’ambiente naturale adattato all’uomo, vale a dire l’agroecosistema”.
Come vede il futuro?
“Dobbiamo riportare saggezza nel restauro della natura e nel governo dell’acqua per evitare che i sogni diventino incubi!”