I principali sindacati dei medici ospedalieri, Anaao Assomed e Cimo-Fesmed minacciano lo sciopero contro la decisione del governo di inserire nella legge di Bilancio un provvedimento che colpisce le pensioni di metà dei medici ospedalieri e dei dirigenti sanitari attualmente in servizio.
I sindacati sottolineano che il governo va a colpire quel 13% di italiani il cui reddito copre il 60% di quello che lo stato incassa con l’Irpef andando inoltre a toccare i diritti acquisiti, contravvenendo ad un fondamentale principio del diritto.
I sindacati sottolineano inoltre che gli investimenti per la sanità pubblica “rimangono insufficienti rispetto alle esigenze e alle criticità odierne, ben al di sotto di quanto richiesto da sindacati e Regioni e dalla crescita del tasso inflattivo”.
Gli ospedalieri minacciano lo sciopero
I segretari di Anaao-Assomed e di Cimo- Fesmed, Pierino di Silverio e Guido Quici dichiarano che “si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. Un vergognoso cambio delle regole in corso che mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini”. I sindacati dei medici e dei dirigenti ospedalieri chiedono che il governo ritiri il provvedimento e si dichiara o pronti a dichiarare lo stato d’agitazione e lo sciopero generale entro l’anno qualora le loro istanze non venissero accolte.