Elena Donazzan, assessore al Lavoro della Regione Veneto è intervenuta ieri al confronto sul “tema salariale” presso la sede Cisl di Verona ha affermato: “Il dibattito sul salario minimo è surreale e superficiale. Non credo che le opposizioni possano essere davvero convinte che sia questa davvero la soluzione, perché non lo è. Non si comprende a quale titolo possiamo stabilire una certa cifra, 9 o 7 euro all’ora, quando la verifica dei contratti collettivi nazionali ci restituisce una fotografia ben diversa del mercato del mercato. Tradotto: se passasse questa legge i lavoratori italiani sarebbero pagati meno”.
All’incontro, organizzato con il contributo di Confindustria, Confcommercio, Confcooperative, Apindustria Confimi, Coldiretti, sono intervenuti anche il Segretario Generale Cisl Verona Giampaolo Veghini, il prof. Michele Tiraboschi dell’Università i di Modena e Reggio Emilia, Bruno Anastasia, esperto del mercato del lavoro, Gianfranco Refosco Segretario Generale Cisl Veneto, Daniela Fumarola Cisl nazionale.
“Io penso che vada dato il massimo dello spazio alla contrattazione tra le parti, dove associazioni datoriali e aziende, singolarmente e in modo collettivo, si trovano a trattare e a contrattare con i rappresentanti dei lavoratori”, ha aggiunto l’Assessore Donazzan.
“In questo modo, e la dimostrazione in Veneto è molto evidente, i lavoratori ottengono migliori condizioni. Quello che questa maggioranza di Governo deve arrivare a fare, nel tempo, è la totale defiscalizzazione della contrattazione di secondo livello. Questo sarà un elemento di maggiore coinvolgimento delle parti nel trovare le soluzioni più interessanti e di favore per ciascuno. Da una parte i lavori vedranno accresciuto il loro potere d’acquisto e i servizi a loro da dedicati, dall’altra le aziende, che con la defiscalizzazione sarebbero incentivate ad investire in questo, avendo un’utilità legata al minor esborso in termini di tassazione”.
L’Assessore Donazzan ha infine posto l’accento sul ruolo fondamentale della contrattazione tra le parti sociali.
“Il dibattito sul salario minimo oggi appare come un ricatto senza senso verso la maggioranza di Governo: non si può pensare che il salario minimo sia una concessione a chi oggi sta sulle barricate a fare opposizione, sarebbe un grave danno alla contrattazione e al rispetto delle parti sociali”.