Nuova stroncatura del progetto di legge regionale sul fine vita che sta agitando la legislatura veneta: dopo lo stop avanzato dall’Avvocatura dello Stato – è materia di competenza statale e non regionale – il fronte dei contrari cresce.
Oggi è scesa in campo Maddalena Morgante, nella foto, responsabile nazionale del Dipartimento famiglia e valori non negoziabili di FDI: «Il tema del fine vita è un tema sul quale è necessario un livello di attenzione altissimo e un elevato senso di responsabilità, come più volte Fratelli d’Italia ha ribadito. Anche perché si tratta di una questione che chiama in causa la necessità da parte delle istituzioni di prendersi cura delle fragilità, con l’implementazione e la diffusione delle cure palliative, in un’ottica di tutela della vita che è sempre degna di essere vissuta.
Ieri L’Avvocatura dello Stato ha ben evidenziato come un intervento a livello regionale, oltre a creare problemi di riparto di competenze tra Stato e regioni, creerebbe disuguaglianze tra i cittadini che, a seconda della regione, si vedrebbero riconosciti o meno un determinato trattamento. Per questo auspico che, in futuro, sul tema si evitino fughe in avanti da parte delle Regioni».
Fine Vita, Stefano Valdegamberi: non date voce a tutti i malati
Anche Stefano Valdegamberi, nella foto, consigliere regionale eletto nella Lista Zaia, questa mattina, si era espresso in termini analoghi: «Il parere della Avvocatura di Stato conferma i dubbi che ho sempre sollevato. Come già fatto in situazioni analoghe, non si dia luogo a procedere, dichiarando inammissibile la proposta di Legge Regionale. Conosco malati terminali che lottano per la vita, che chiedono di avere cure e assistenza adeguate: la Regione e i media non hanno mai dato voce a loro.
Ogni giorno vediamo dove hanno portato Leggi come questa in altri Paesi: dall’autodeterminazione della liberazione della persona attraverso il suicidio – come recitano gli slogan dell’associazione Coscioni – si è arrivati all’incentivazione dello Stato a farsi da parte: paghi 1500 euro di cure al giorno o vuoi suicidarti? Così avviene in vari Paesi.
Mi chiedo – continua Valdegamberi – vista la crisi di risorse per la sanità e i bisogni crescenti, se aprire questa porta sia una scelta individuale o una decisione indotta dalla necessità di far quadrare i conti. In tal caso si passerà dalla presunta liberazione ad una nuova schiavitù che colpisce i più deboli, gli indigenti, i disabili e tutti coloro che la società dei ‘vincenti’ qualifica come ‘scarti’».
Resta da vedere quindi come si comporterà ora la politica regionale con le opposizioni e parte della Lega (Zaia incluso) a favore del progetto di legge che aveva ricevuto l’adesione di circa 10mila cittadini veneti.
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