(s.t.) Turismo ed economia alleati per lo sviluppo. I veronesi sentono la Lessinia come casa loro, praticamente una prosecuzione delle Torricelle ma più in alto, verso i pascoli e l’aria fresca. Talvolta salgono a fare due passi, o per il tradizionale picnic a bordo tornante. Ma anche una bella tavolata tra rifugi e ristoranti. E la Lessinia è sempre più ospitale e lucida i gioielli dell’altopiano: dalle malghe agli alberghi, dai musei alle contrade isolate ma vivissime.
E hanno un partner che ce la sta mettendo tutta insieme a loro: il GAL Baldo Lessinia, un’associazione composta da ben 52 soci tra Comuni, l’Unione Montana, un Consorzio e 14 privati fra cui categorie, banche, strade e consorzi. Un insieme eterogeneo ma che funziona a meraviglia pubblicando e rendendo operativi i finanziamenti provenienti dalla UE per favorire lo sviluppo nelle zone rurali. In questo contesto positivo il presidente Ermanno Anselmi e la direttrice Elisabetta Brisighella stanno facendo l’impossibile per mantenere il ritmo e non perdere occasioni di investimento.
E funziona: per dimostrarlo e per portare la Lessinia all’attenzione del turismo nazionale e stranieri il GAL ha invitato numerosi giornalisti di testate da tutta Italia. E l’Adige è andato ad ascoltare e curiosare, per capire se siamo di fronte a un’organizzazione capace di cancellare la diffidenza verso queste iniziative di promozione che altrove non approdano a nulla. La realtà è che qui i fondi arrivano, si sommano a quelli investiti direttamente dai titolari delle attività, i lavori e i miglioramenti vengono condivisi, realizzati e valutati. Una gita nei prati e nei centri della Lessinia lo può confermare.
Questa è solo una piccola sintesi degli interventi realizzati. All’Hotel Frizzolan di Bosco Chiesanuova un intervento per facilitare l’accesso agli ospiti con problemi di mobilità, salendo direttamente dal parcheggio alla hall. Acquisto di nuovi macchinari e attrezzature esterne e da cucina per il Rifugio Dardo di Erbezzo, per incrementarne l’efficienza e l’attività. Invece allo storico rifugio Malga Lessinia il supporto è servito per l’acquisto di nuove attrezzature da cucina che migliorano l’accoglienza e l’ospitalità, per rendere ancor più efficiente il servizio e la qualità dell’offerta.
Turismo e accoglienza, agli investimenti partecipano i titolari delle attività
Lo stesso Comune di Bosco Chiesanuova si è avvalso dei contributi per ristrutturare il Museo civico etnografico “La Lessinia, l’uomo, l’ambiente”. L’obiettivo è garantire maggiore visibilità al museo che documenta con oggetti originali, foto e modelli una emozionante sintesi di “ecologia umana” del passato e del presente in Lessinia. Per l’Osteria Ljetzan a Giazza, infine, nuove attrezzature da cucina servono ad aumentare l’efficienza attraverso il risanamento, miglioramento e il rinnovo della dotazione. C’è stato anche spazio per il ripristino e il rilancio di un piccolo minimarket per la vendita di prodotti tipici e per rafforzare il turismo nella “capitale” cimbra.
Durante il tour in Lessinia, come qualche settimana prima nell’area del Monte Baldo, i giornalisti hanno così potuto vedere da vicino non solo le bellezze (e le bontà) della Lessinia ma anche verificare il ritorno degli investimenti sul territorio. La prima tappa è stata il Rifugio Dardo, tra Erbezzo e passo Fittanze, con spettacolari viste a 360 gradi dalla pianura veronese al Monte Baldo e agli alti pascoli. Subito dopo, trasferimento a Malga Lessinia, nota anche a chi non è un gran camminatore ma adora i gnocchi di malga, qui assolutamente da non perdere. Un tempo sede del distaccamento della Guardia di Finanza che vigilava sul confine con il Trentino – insomma, con l’Impero austriaco – lo storico rifugio è a tutti gli effetti una malga in funzione: e la stalla ha fatto da “aula” per una lezione sull’economia del latte.
Dopo un simile incontro ravvicinato con la cucina delle Prealpi Veronesi era proprio il caso di smaltire un po’ di calorie con una lunga ma piacevole escursione, da Malga Lessinia fino all’altrettanto storica Malga Podestaria. I giornalisti hanno percorso la strada bianca fino al bivio per Castelberto e poi la Via dei Cordoni, una strada usata dai contrabbandieri fino a un secolo fa, insieme a una guida di rara bravura.
L’ambiente dei pascoli, una proposta per un turismo naturale e responsabile
Andrea Gelmetti è una guida dalle conoscenze inesauribili sul territorio – dalla flora alla geologia, dalla fauna alla zootecnica, dagli alberi alla storia. Si potrebbe provare a lungo, ma inutilmente, a metterlo in difficoltà. Ha creato “Here I Am”, associazione di guide ambientali che propone escursioni per ogni appassionato e per qualsiasi gusto, e la Lessinia per loro non ha segreti, soprattutto se scoperti a ritmo lento, su sentieri segnati dai continui aneddoti che spuntano da ogni roccia e cespuglio.
Un’altra sorpresa emozionante attendeva il gruppo nel centro di Bosco Chiesanuova: il Museo Civico Etnografico che ricostruisce gli ambienti e gli oggetti della famiglia e del lavoro non solo dei secoli scorsi ma anche di pochi decenni fa. Non è raro vedere anziani commuoversi ritrovando pezzi del proprio passato: attrezzi e mobili, stoffe e abiti, giochi, utensili. Il tutto con l’incredibile valore aggiunto delle guide che illustrano gli oggetti che si stanno osservando, ne spiegano la funzione, li fanno addirittura funzionare, come un antico telaio che riprende vita. Davvero un gioiello di museo, che porta alla luce una comunità viva e merita senz’altro una visita: non solo per i turisti ma anche per chi sale dalla città.
Dopo la cena organizzata all’agriturismo La Marmacola (che in realtà è un sofisticato ristorante i cui giovanissimi titolari propongono piatti che fondono la tradizione e l’innovazione) e il meritato riposto all’Hotel Frizzolan, tradizionale ma rinnovato nei particolari, apprezzato dai gruppi e dai turisti stranieri anche fuori stagione, i cronisti si sono ritrovati la mattina successiva per un ultimo ma suggestivo percorso nella natura della Lessinia.
Il Sentiero delle Gosse, cioè la via che i cimbri avevano scelto e sistemato per portare il bestiame da valle verso gli alti pascoli della Conca dei Parpari. Viene usata da sempre: e ancora oggi, per salire con i capi in primavera e scendere in autunno, ed è la concreta testimonianza che le montagne veronesi non sono consegnate alla storia e alla tradizione, ma sono un mondo vivo e attivo che fa parte di una società rurale capace di prosperare anche fuori dai luoghi più turistici.
Il Sentiero delle Gosse è uno dei percorsi storici della Lessinia: unisce Giazza a Selva di Progno e poi sale ai Parpari. Il tracciato, inaugurato da pochi mesi, permette di guardare da vicino l’ambiente forestale e il mondo zootecnico, così da riconoscere l’importanza dei bovini da latte e quindi della produzione di formaggi: una tipicità locale che genera un notevole valore aggiunto non solo economico e turistico, ma anche sociale. Percorrendo vie e saliscendi tra i pascoli e le malghe ormai silenziose dopo il ritorno delle vacche a valle, si attraversa una foresta di faggi che prospera ancora oggi grazie alla cura con cui è stata “coltivata” per secoli, producendo alberi di alto fusto.
La tappa conclusiva del tour ci porta a Giazza, capitale riconosciuta del mondo cimbro tanto da ospitare il Museo Etnografico dedicato a questo popolo di origine bavarese-tirolese che si è insediato sui monti veronesi verso la fine del Tredicesimo secolo per il taglio del legname, la produzione di carbone e l’allevamento. A fare da guida al gruppo lo storico e linguista Vito Massalongo, presidente del Curatorum Cimbricum Veronense e quindi padrone di casa del museo, autorità riconosciuta per i dettagli sui cimbri dall’insediamento alla loro integrazione, fino all’eredità che persiste nelle genti e nelle tradizioni della zona.
Per finire, dopo la natura e la cultura, una meritata sosta a tavola, e che tavola: quella dell’Osteria Ljetzan, che da 50 anni è sinonimo di tradizione cimbra in cucina, e non poteva essere altrimenti. C’è perfino la trota pescata nel rio sotto le finestre del locale, cotta ai ferri con il carbone ricavato dal titolare Giorgio Boschi nella “carbonara” con l’antico metodo dei cimbri. Una festa per il palato, comunque: basta solo elencare la pasta, i dolci, le marmellate che accompagnano i formaggi, tutto di rigorosa produzione artigianale, che la voglia di tornare in pianura passa subito. Grazie, Lessinia, a presto!