Morti sul lavoro: Verona resta in zona rossa con già 25 decessi da gennaio a novembre. «È una strage silenziosa che si consuma inesorabilmente settimana dopo settimana, mese dopo mese. Abbiamo gli strumenti per fermarla. Eppure non tutti sembrano comprenderlo. Si ripete da tempo che è necessario un cambio culturale, a partire dai datori di lavoro fino ai lavoratori: la formazione e l’addestramento vengono spesso messi da parte o svolti in modo inefficace, eppure rimangono una delle principali leve per incidere sul fenomeno degli infortuni sul lavoro» questo il commento di Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, analizzando l’ultima indagine elaborata dal proprio team relativa ai primi dieci mesi del 2023.
«E poi c’è l’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa a raccontare realmente l’emergenza e consentire un vero confronto tra le diverse regioni. Ed è con questo tipo di analisi che il Veneto fa rilevare un’incidenza di mortalità inferiore, anche se di pochissimo, alla media italiana (28,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro una media nazionale di 29,1)».
Per individuare le aree più fragili dell’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità: la zona gialla, quella in cui è entrato il Veneto a fine agosto 2023, è la zona che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine ottobre 2023, il rischio di infortunio mortale in Veneto (28,9 morti per milione di occupati) risulta di poco inferiore alla media nazionale, pari a 29,1.
Morti sul lavoro, i numeri scaligeri
Per quanto riguarda le incidenze nel dettaglio in regione, si scopre che Verona è l’unica a trovarsi in zona rossa con un’incidenza di 52,9 ed è seguita in zona arancione da Belluno (34,3), Rovigo (32,3) e Treviso (31,7). In zona gialla si trovano Venezia (26,8) e Padova (24,2). In zona bianca Vicenza (5,2).
Sono 81 i decessi da gennaio a ottobre 2023 (contro i 93 del 2022): 62 quelli rilevati in occasione di lavoro (come lo scorso anno) e 19 quelli in itinere (12 in meno del 2022).
Il più elevato numero di decessi si è verificato in provincia di Verona (25). Seguono: Venezia con 19 vittime, Treviso (14), Padova (12), Vicenza (5), Rovigo e Belluno (3).
E anche quando si osserva la graduatoria degli infortuni mortali in occasione di lavoro (quindi esclusi quelli in itinere), è sempre Verona ad indossare la maglia nera con 22 decessi. Seguono: Treviso (12), Venezia e Padova (10), Belluno e Rovigo (3) e Vicenza (2).
Il Veneto, poi, è terzo in Italia sia per numero di vittime totali dopo la Lombardia (139) e la Campania (85) sia per decessi in occasione di lavoro sempre dopo la Lombardia (108) e la Campania (66).
Sono 58.656 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 489.526. Vale a dire circa il 12% di quelle rilevate a livello nazionale. Oltre un infortunio su dieci in Italia si verifica in Veneto.
Alla fine di ottobre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 18,1% rispetto alla fine di ottobre del 2022: erano 71.587 e ora sono 58.656. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.
Le Attività Manifatturiere, anche dopo i primi dieci mesi del 2023, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (11.590). Sono seguite da: Costruzioni (3.625), Sanità (3.207), Commercio (3.206) e Trasporti e Magazzinaggio (3.023).
Ed è sempre la provincia di Verona quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (12.056), seguita da: Vicenza (11.311), Padova (11.131), Treviso (10.195), Venezia (9.923), Belluno (2.145) e Rovigo (1.895).
Lavoro, i sinistri di donne, stranieri e under 14
Infine, sono 19.289 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici e 39.367 quelle degli uomini.
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 15.447, il 26% del totale dei sinistri. E dato che la popolazione straniera in Veneto è nell’ordine del 12% del totale dei residenti vuol dire che gli infortuni colpiscono gli stranieri con una probabilità doppia rispetto ai loro colleghi di nazionalità italiana.
Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 4.009, ovvero ancora oltre il 10% del totale dei coetanei del paese e il 6,8% del totale degli infortuni dei lavoratori veneti.