Il carattere i ragazzi di Baroni l’avevano tirato fuori solo nel secondo tempo della gara con il Lecce pareggiata in casa per 2-2, sempre in rimonta. Con l’Udinese è successa la stessa cosa. Dopo un buon inizio vanno subito sotto al 16’ per una dormita generale della difesa e dopo un quarto d’ora si beccano un altro gol per un erroraccio. Accorcia le distanze dopo 7 minuti Djuric, su un rigore procurato a Ngonge, che poi alla mezz’ora pareggia con una rovesciata strepitosa, forse uno die più bei gol della serie A. Ma la doccia scozzese continua.
Al 72’ è di nuovo svantaggio per il 3-2 dell’Udinese. Ma i gialloblù non si danno per vinti e alla fine arriva in extremis, al 97’ il pareggio di Henry, appena entrato al posto di Djuric, sempre su cross di Ngonge, che assieme a Terracciano è stato il migliore in campo.
I segnali che sta dando la squadra sono di un miglioramento, soprattutto a livello caratteriale. Il fatto di reagire ai ripetuti svantaggi denota che c’è quella grinta che è la condizione indispensabile per salvarsi.
Ancher con l’Udinese la coperta corta
Rimane però il fatto che in casa Verona la coperta è corta. Adesso che l’attacco a ricominciato a segnare è la difesa a fare acqua. Un vero colabrodo, con un errore dopo l’altro, con gli avversari dimenticati nei calci piazzati. Al centrocampo Duda ha fatto troppi errori. E Lazovic all’attacco è apparso ancora spento, lontano dai suoi giorni migliori.
In ogni caso un punto fa comodo. Ma ancora di più è una nota positiva l’impegno dimostrato negli ultimi 140 minuti. Forse Baroni è riuscito a imboccare la strada giusta. In attesa di news sul fronte societario. Con una bella iniezione di denaro e degli acquisti appropriati a gennaio si potrebbe anche guardare al futuro con più ottimismo.