Domenica si sono svolti i congressi di Fratelli d’Italia nelle 7 province del Veneto. I risultati che ne sono usciti cambiano gli equilibri del partito nella regione fra le varie componenti interne.
Perché anche se ufficialmente in FdI le correnti non esistono, in realtà, com’è naturale che sia, esistono comunque delle aggregazioni, dei gruppi, delle affinità, delle simpatie e delle antipatie. E quando queste si organizzano, specie in vista dei congressi o delle elezioni, le correnti, chiamale come vuoi, vengono fuori. E domenica lo si è visto.
A Verona il congresso che ha confermato Ciro Maschio è stato sì unitario, ma risultato di una trattativa fra il gruppo di Urso, di cui Polato fa parte, e quello ‘meloniano doc’ del presidente eletto.
Fratelli d’Italia. I congressi
A Vicenza, dove Berlato è stato emarginato, ha vinto Silvio Iovine il candidato di Elena Donazzan, assessore regionale.
A Padova è stato eletto Enoch Soranzo, del gruppo di Urso.
A Venezia, Lucas Pavanetto, meloniano.
A Treviso, Claudio Borgia, che ha sconfitto il commissario uscente vicino al coordinatore regionale, il senatore De Carlo, di Belluno, dove ha vinto una sua amica, Silvia Calligaro.
A Rovigo è stata eletta Valeria Mantovan che ha battuto l’uscente.
Quello che ne deriva è un cambio degli equilibri interni che vede molto indebolito il coordinatore regionale che perde dei suoi uomini, mentre si rafforza il gruppo che fa capo ad Adolfo Urso.
Fratelli d’Italia verso le europee
A giugno ci saranno le elezioni europee, ma i giochi per le candidature sono già iniziati. Il collegio elettorale del Nord-Est, che comprende oltre al Veneto, il Trentino Alto-Adige, Il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna è molto grande e chi vuole candidarsi deve organizzarsi per tempo. Quindi grandi manovre sono già in corso per definire nomi e alleanze. Ma le europee saranno anche un test importantissimo, se non determinante, per poi scegliere il candidato alla presidenza della Regione per il dopo Zaia.
Si apre quindi una stagione politica molto delicata e decisiva per il futuro di FdI nel Veneto e non solo. E un coordinatore regionale indebolito come De Carlopotrebbe non essere considerato l’ideale per gestire degli appuntamenti così importanti.