Le diagnosi di cancro in Italia sono aumentate. Quasi 20 mila casi in più. Per la precisone 18.400 nel periodo post Covid. In tutto sono 395 mila coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore. Più maschi, 208 mila, che femmine, 187 mila. Il cancro del seno rimane il più diffuso, con poco meno di 60 mila casi diagnosticati. C’è poi quello del colon-retto con 50.500 casi, quello del polmone, con 44.000 casi, quello della prostata con 41.100 e quello della vescica con 29.700 casi.
Nel 2022 sono diminuiti del 3% i numeri della prevenzione, soprattutto mammografie e screening per i tumori del colon e del retto e si prevede che le diagnosi di tumore aumentino nei prossimi Nanni.
In compenso sono molte le morti da tumore evitate. Il report dell’Associazione Italiana di oncologia Medica calcola che siano stati sventati 268.471 morti negli ultimi 13 anni.
I tumori che risultano più difficile da curare sono il cancro del polmone causato dal fumo, dato che il 24% degli italiani ha questo vizio. Ma anche quello del pancreas.
A favorire i tumori gli stili di vita sbagliati. Poco meno del 30% fa poco movimenti fisico, il 33% è in sovrappeso e il 10% è addirittura obeso.
“I numeri del cancro in Italia 2023” – scrive il Ministro della Salute Orazio Schillaci nella prefazione al rapporto- fornisce una dettagliata analisi dei principali dati epidemiologici sulle neoplasie in Italia e tocca temi di grande attualità e interesse: dal diritto all’oblio oncologico al ruolo della telemedicina e delle innovazioni tecno- logiche nel campo dei tumori, soprattutto nell’ottica di una integrazione efficace delle nuove tecnologie nel flusso di lavoro dei professionisti sanitari.
È questo un aspetto cruciale: sono convinto che la transizione digitale possa essere la chiave di volta per costruire una sanità sempre più efficiente e innovativa, favorendo un’assistenza di qualità e personalizzata. Ciò assume una rilevanza preminente nel complesso ambito dell’oncologia che, come testimoniano i dati illustrati nelle pagine che seguono, continua a rappresentare una delle principali sfide per il nostro sistema sanitario e per la salute globale.
Il rapporto stima per il 2023 un aumento a 395.000 dei nuovi casi di tumore e indica per i prossimi due decenni un incremento del numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche.
È dunque necessario continuare a lavorare per rafforzare la cultura della prevenzione primaria e secondaria, a partire dai più giovani: dall’adozione di stili di vita salutari per ridurre i fattori di rischio individuali alla promozione degli screening, aumentandone i livelli di copertura, riducendo la disomogeneità territoriale e aprendo alla prospettiva di estenderli a tumori attualmente non compresi nei programmi nazionali”.
“Sin dai primi giorni del mio mandato come Ministro della Salute ho avviato molteplici iniziative e campagne informative sulla prevenzione oncologica, in rilievo anche nel Piano oncologico nazionale che pone l’attenzione sulla centralità del paziente, sulla riduzione delle disuguaglianze e sull’integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico. Sono questi gli obiettivi su cui ci stiamo focalizzando e che possiamo raggiungere anche cogliendo a pieno le opportunità offerte dal PNRR.
Oggi sappiamo con certezza che individuare il cancro nelle sue fasi iniziali vuol dire garantire un tasso di sopravvivenza maggiore e una migliore qualità della vita. È questo il messaggio che dobbiamo veicolare con forza, anche attraverso il contributo fondamentale delle associazioni.
Altrettanto importante è il ruolo della ricerca. Grazie agli straordinari progressi scientifici degli ultimi decenni abbiamo ottenuto eccellenti risultati nella cura e nel trattamento di alcuni tumori prima ritenuti incurabili, con lo sviluppo di terapie sempre più appropriate e personalizzate, in linea con l’approccio mirato della “medicina di precisione”.
La lotta al cancro, una parola che comprende oltre 200 tipi diversi di tumore, potrà essere vinta solo puntando con decisione sulla ricerca e sulle attività di prevenzione primaria, secondaria e terziaria: è questo l’investimento più grande e significativo che una Nazione possa fare”.