(di Carlo Rossi) Galeotto fu l’articolo sul numero di dicembre di Target del Nadalin del panificio Adami di Castelnuovo. Riccardo Lagorio, influente giornalista del food and beverage nonché membro della giuria del Challenge Internazionale Euposia, grande conoscitore di prodotti tradizionali, che si occupa da sempre di ricercare, scoprire e portare agli onori della cronaca le risorse agroalimentari che stanno scomparendo non solo in Italia ma in tutto il mondo, avendo letto di questa tipicità lacustre, ci ha mandato una nota che pubblichiamo volentieri.
Dice Lagorio “Benché il filosofo israeliano Gershom Scholem abbia dimostrato nel saggio La stella di David. Storia di un simbolo (curato da Saverio Campanini ed Elisabetta Zevi per i tipi di Guntina, Firenze) che la stella a sei punte, uno dei simboli solitamente associati all’ebraismo, si tratta di un mero segno magico di protezione, una sorta di talismano diffuso in numerosi popoli come fenici, assiri e zoroastriani, l’esagramma continua ad essere collegato a quella religione e a quel gruppo sociale.
La presenza di ebrei in territorio veronese è attestata da secoli e la sinagoga di via Rita Rosani nel capoluogo risulta essere la palese rappresentazione di quella presenza. Curiosa è la presenza nella forneria Adami di Castelnuovo del Garda di un dolce natalizio che, a differenza del Nadalin diffuso in città, dolce a cinque punte, di punte ne ha avute anche dieci.
Da informazioni raccolte presso la proprietà, questo dolce veniva infatti prodotto con sei punte fino agli anni Quaranta del secolo scorso, periodo dell’occupazione tedesca. La panetteria fu di fatto aperta nel 1933 e per qualche anno continuò a produrre questa sorta di nadalin… a sei punte.
L’assenza di lievito nell’impasto è un ulteriore indizio che potrebbe stare a significare una origine –almeno metaforica- che riporta alla presenza ebraica. La preparazione, a cavallo tra novembre e dicembre, ovvero alla fine del mese di kislev, potrebbe infine coincidere con la festività di chanukkah.
Tre indizi una prova? In questo caso, almeno no. Certo ci si trova di fronte a un interessante esempio di preparazione alimentare che meriterebbe una più approfondita indagine per appurare la sua reale genesi.”
Durante la Seconda, si erano istallati nel panificio i tedeschi della Wermacht che facevano il pane per loro e per gli operai della famigerata TODT, chiamati in gergo gli schiavi di Hitler. In quel periodo comincio’ la storia del Nadalin non lievitato, una particolarità di leggendaria provenienza giudea, che a Verona, nella versione lievitata, si fa risalire all’insediamento degli scaligeri.
Una ricetta che gli Adami ereditarono dai precedenti proprietari, i Mazzi. Era un dolce a sei punte che, per non causare rappresaglie tra i tedeschi, venne deciso di aumentarne di un numero maggiore al fine di non associarle con la stella di David.