Oggi sciopero dei medici del Ssn di 24 ore su tutto il territorio nazionale. Si fermano, oltre ai camici bianchi, anche infermieri, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari e tutti i servizi della sanità ospedaliera e territoriale. Garantite le urgenze. Lo sciopero è stato proclamato da Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici.
Si prevede possano saltare circa 25 mila interventi chirurgici programmati. Inevitabili le ripercussioni sull’utenza, sia a livello ospedaliero che territoriale. L’agitazione prevede anche il presidio da parte di 100 medici davanti al Ministero della Salute.
La protesta è rivolta verso il governo che nella legge di Bilancio non ha recepito l’esigenza improrogabile del sistema sanitario di ricevere più risorse. I 3 miliardi in più prospettati sono decisamente insufficienti per tenere a galla un sistema che fa acqua da tutte le parti e che, alla faccia dell’universalismo, costringe una quota sempre maggiore di cittadini a rivolgersi alla sanità privata pagando di tasca propria quelle prestazioni che il Ssn dovrebbe garantire gratis.
Uno dei punti dell’agitazione di oggi è anche la fuga dei medici dagli ospedali, determinata da retribuzioni insufficienti e da condizioni di lavoro troppo pesanti. Fuga che ha dato origine al fenomeno dei gettonisti, che pesa nei loro bilanci delle regioni.
Lo sciopero non si limita solo alla fase più propriamente sanitaria, ma anche a tutte quelle funzioni indispensabili al funzionamento del sistema. Sarà anche bloccato l’import-export degli alimentari e delle forniture di carne e di prodotti pesce.
Quella di oggi è solo l’ultima in ordine di tempo delle tante proteste che si sono svolte e che continueranno anche nel 2024 per richiamare l’attenzione del governo sullo stato della sanità italiana. Il 5 dicembre scorso c’era stato lo sciopero dei medici ospedalieri aderenti alla Anaao- Assomed e alla Cimo Fesmed. Proteste non si limitano a delle semplici rivendicazioni retributive, ma che riguardano la stessa tenuta del sistema nell’interesse della collettività e non solo degli operatori sanitari.
Purtroppo bisogna registrare che da parte di palazzo Chigi non c’è stata nessuna risposta per mettere mano seriamente ad una riforma del sistema che lo salvi dall’inevitabile collasso.