(di Paolo Danieli) La Ragioneria Generale dello Stato ha calcolato che la spesa pubblica per la sanità in Italia: 129,2 miliardi. Cui si aggiungono 40 miliardi spesi privatamente dai cittadini, poco meno di un quarto dell’intera spesa. I dati del Rapporto della Ragioneria Generale sono i più recenti, relativi al 2022. Raffrontati con quelli degli anni precedenti indicano che è la spesa più alta mai sostenuta per la salute degli italiani.

129 miliardi la spesa per la sanità. Più 40 per cure private

Quindi quando Giorgia Meloni sostiene che il suo governo è quello che ha destinato più risorse al Ssn dice il vero. Sono 134,7 i miliardi messi a bilancio per il 2024. Anche se non dice che il sistema sanitario nato come universalista lo è oggi solo in teoria, perché poi in pratica gli italiani devono tirar fuori dalle loro tasche 40 miliardi per comprarsi le medicine o andare a farsi visitare o a fare degli esami o a farsi curare privatamente. Ciò accade anche negli altri stati europei, ma meno che da noi. In questi 40 miliardi c’è da calcolare anche il ticket per l’acquisto di farmaci. Ma è irrilevante. Oltre il 90% della spesa privata è per curarsi.

129 miliardi la spesa per la sanità. Più 40 per cure private

Questi dati non possono essere semplicemente archiviati come alcuni dei tanti numeri che ci vengono forniti dalla statistica. Sono molto di più. Sono un segnale inequivocabile che chi ci governa non può ignorare. Significano che il servizio sanitario italiano non ce la fa più a erogare tutte le prestazioni a tutti, come prescrive il sistema universalista, che è il migliore di tutti i sistemi, ma per funzionale deve essere finanziato. E’ tutto qui l’inghippo.

Per salvare la sanità italiana ci vogliono risorse in più

Se vogliamo che il Servizio sanitario nazionale funzioni bisogna finanziarlo adeguatamente. E, tanto per avere un’idea di quanto serva, sempre stando ai parametri europei, bisogna aggiungere almeno 15 miliardi ai 129,2 stanziati nella legge di Bilancio in discussione in questi giorni ale Camere. 15 miliardi. I 3 mila assegnati per il 2024 non sono sufficienti. Sono solo un contentino che lascia il tempo che trova.

Ma a guardare quel che accade anche riguardo ad altri capitoli di spesa pare che a investire sulla salute degli italiani 15 milioni il governo non ci pensi proprio. Evidentemente ha altre le priorità. Si può non esser d’accordo, ma questa è la realtà. Bisogna prenderne atto. A questo punto gli scioperi, le proteste, le lamentele e i mugugni non servono più.

Il governo, questo come gli altri, tira a campà. Capisce, perché è impossiibile non capirlo, che la coperta è corta O aumenta le risorse o il sistema va a farsi benedire. Se non lo può fare per i noti vincoli internazionali, invece di aspettare il crollo, con tutto quel che ne consegue anche in termini di consenso, è più onesto e anche più conveniente dichiararlo apertamente e annunciare ai cittadini che il tempo di erogare gratuitamente cure a tutti è finito.

129 miliardi la spesa per la sanità. Più 40 per cure private

Non per colpa della Meloni, che gioca con le carte che ha, ma perché l’invecchiamento della popolazione, i costi della tecnologia e l’aumentata richiesta di salute hanno fatto crescere la spesa sanitaria. E’ così anche negli altri paesi europei, anche se sono organizzati meglio e spendono di più.  Non dimentichiamo che il rapporto spesa sanitaria/Pil in Italia è del 6,8%, mentre la media europea è del 7,1.

L’importante è che nessuno venga lasciato fuori, garantendo a tutti un servizio efficiente e di qualità. I modi ci sono. Basta guardarsi attorno. Continuando così invece chi non ha i soldi per andare a fare la visita privatamente deve aspettare tempi tali che in certi casi possono portare a diagnosi quando ormai è troppo tardi. E questo non è giusto.