(di Giorgio Massignan) Al temine di un anno solare è consuetudine fare un bilancio. Così, anch’io ho tentato di valutare i risultati ottenuti dopo tanti anni trascorsi a cercare di tutelare Verona, i suoi monumenti, il suo paesaggio, il suo equilibrio socio-economico, la sua cultura, il suo territorio.
Bilancio esistenziale
Il mio non è stato un bilancio puramente contabile, da partita doppia, ma esistenziale. Inoltre, mi sono chiesto perché, a 71 anni, stia ancora perseverando ad intervenire sulle questioni che riguardano la nostra città, nonostante chi ci ha amministrato e ci amministra, volutamente mi abbia ignorato e mi ignori.
Ma, anche nel silenzio assoluto da parte di coloro a cui sono rivolti i miei comunicati e del maggiore quotidiano locale, non riesco a evitare di tentare di divulgare le mie preoccupazioni sulle sorti di Verona. Mi sono anche chiesto se le mie critiche e le mie proposte fossero tutte inutili e sbagliate e quindi non degne di risposta.
Ma tanti cittadini di Verona le sostenevano e le sostengono e questo mi convinceva e mi convince che valeva e vale la pena di continuare ad adoperarmi, come posso, nei settori di mia competenza.
Soprattutto, mi sono risposto che se continuo a farlo è perché amo Verona, perché soffro nel vederla violentata da chi cerca solo di consolidare il proprio potere e di soddisfare i propri interessi e le proprie ambizioni personali.
Perché il cambio di colore delle varie amministrazioni ha modificato l’approccio sui diritti civili e sull’attenzione alle attività sociali, ma sulle scelte d’uso e sulla gestione urbanistica del territorio non si notano differenze sostanziali e, infine, perché una città come la nostra non può sopportare ulteriormente di essere considerata solo una fonte di reddito per pochi e gestita dai soliti noti che non la rispettano ma la sfruttano.