Botti vietati su tutto il territorio comunale. Vietati anche i fuochi d’artificio in pazza Brà per il concerto di fine anno. Quello dei fuochi è un divieto temporaneo, legato all’allerta arancione stabilito dall’Arpav in seguito al superamento della soglia del livello di guardia per l’inquinamento dell’aria da Pm10.
Il divieto dei botti è invece finalizzato ad evitare tutti quegli incidenti, anche gravi, che avvengono nel periodo che va da Natale ai primi giorni di ogni anno.
Ed è proprio ieri che Massimo Corain, direttore dell’Uoc di Chirurgia della mano dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, che ha ricordato come ogni anno il suo reparto sia impegnato a cavallo dell’ultimo dell’anno per curare quelli che si sono feriti con lo scoppio dei petardi.
«Sono soprattutto ragazzini -spiega il chirurgo- che il primo gennaio trovano dei botti per terra, li prendono in mano e questi gli esplodono in mano. Molte volte la deflagrazione non produce una ferita, ma la distruzione dei tessuti dell’arto colpito, rendendone difficile ed a volte impossibile la ricostruzione».
Ben venga quindi il divieto dei botti su tutto il territorio comunale di Verona. Anche perché è un’usanza che non ha nulla a che vedere con la traduzione della cultura veneta.
Botti vietati. Ma chi controlla?
Ma poi, chi controlla? Quando scoccherà la mezzanotte e ci sarà comunque più di qualcuno che alla faccia del divieto sparerà i suoi petardi, ci sarà qualcuno che farà rispettare la regola? Perché stabilire delle regole e poi non essere in grado di farle rispettare sarebbe una manifestazione d’impotenza che non fa bene a nessuno.