Medici in fuga
Il 38,7% dei medici della sanità pubblica, cioè i camici bianchi degli ospedali e delle strutture delle Aziende sanitarie, medita di licenziarsi e di andare a lavorare nel privato per il 31%. Uno su dieci vuole cambiare proprio mestiere! Il 46% pensa di andare in pensione prima del tempo per evitare tagli alle pensioni e carichi di lavoro eccessivi. E’ il risultato di un sondaggio su tutto il territorio nazionale promosso dalla Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri.
Se l’intenzione dovesse essere messa in pratica ci troveremmo di fronte ad un esodo senza precedenti di decine di migliaia di medici che metterebbe in ginocchio il Ssn che versa già in una situazione critica proprio per la mancanza di personale. Il primo risultato sarebbe l’ulteriore allungamento delle liste d’attesa, ma solo il 9,8% pensa che straordinari meglio retribuiti, come sperano quelli che hanno scritto la manovra finanziaria, possano risolvere il problema.
Poco importa che oltre il 70% degli ospedalieri pensa che il Ssn sia assolutamente necessario per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini in quanto istituzionalmente mette le motivazioni assistenziali davanti a quelle economiche.
La fuga nel privato è già iniziata ed è motivata dalle retribuzioni troppo basse rispetto alle responsabilità e ai turni di lavoro ed alle difficoltà di carriera, al punto che il 26% dichiara che se tornasse indietro non sceglierebbe più di fare il medico.
Il 42% crede che per risolvere il problema dei disservizi della sanità sia necessario assumere personale. Ma il 36% dei loro colleghi vuole andarsene e il numero chiuso a Medicina impedisce che entri un numero sufficiente di nuovi medici. Siamo di fronte al cane che si morde la coda.