(di Bulldog) Ha ragione Patrizia Bisinella: “In uno stato di diritto i libri non si censurano, non si bloccano le idee”. Il fatto che sia stata annullata la presentazione del libro del generale Roberto Vannacci conferma che sulla democrazia a Verona c’è molto da fare. Le frasi di giubilo delle associazioni che avevano minacciato azioni per impedire la presentazione del libro “Il mondo al contrario” urlano vendetta a quanti si sono battuti per la libertà d’espressione e l’esercizio compiuto e libero dei diritti civili e politici nel nostro Paese.
Roberto Vannacci ha tutto il diritto di scrivere quello che pensa e di presentare il proprio lavoro (un best seller in un paese di non-lettori) coi compagni di strada più improponibili. E’ un suo diritto. Punto. Zero discussione su questo.
Il flop di questore e prefetto
E lo Stato – abbiamo ancora un questore ed un prefetto in questa città? – ha il dovere di permettere lo svolgimento di questa presentazione e di garantire a relatori e spettatori una cornice di massima sicurezza.
Lo stesso sindaco Damiano Tommasi ha il dovere ora di offrire a Vannacci uno spazio pubblico dove poter esercitare il diritto di esprimere il proprio pensiero. Perchè se si nega oggi a Vannacci, domani potrà accadere lo stesso per Paolo Berizzi – tanto per fare il nome di uno che è venuto in città a presentare un libro che ci dava degli sporchi, brutti e cattivi in totale sicurezza – o per chiunque esprima un pensiero che a qualcuno non piace.
Se poi un alto ufficiale in servizio effettivo possa o meno – così come un magistrato o un alto funzionario dello Stato – dire quel cazzo che vuole, magari instillando il dubbio nei propri sottoposti e nella pubblica opinione che esercita le proprie funzioni usando gli occhiali delle proprie convinzioni, questo è un dilemma che deve risolvere il Parlamento e che non può essere lasciato a facinorosi siano essi da stadio o da piazza.
Eppoi, basta con queste tirate sulla Verona omofoba. Gli unici che si pongono il problema di “chi scopa con chi” siete voi moralisti da quattro soldi di una sinistra sempre più povera di argomentazioni. Nei fatti, Verona è aperta a tutti (anche e soprattutto negli incarichi pubblici) senza alcuna distinzione di orientamento sessuale. Nel dubbio, chiedetelo a qualche operaio come la pensa sul tema (ammesso e non concesso che sfili al vostro fianco e voti nei vostri gazebo…)