Il 16 gennaio, il Consiglio Regionale del Veneto si appresta a votare una proposta di legge di iniziativa popolare che potrebbe delineare i futuri passi dell’assistenza sanitaria per la morte volontaria medicalmente assistita. Questa proposta è una risposta alla sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019. 

Il Presidente Luca Zaia, favorevole a una normativa sul fine vita, presenzierà al voto in Consiglio, aggiungendo un peso significativo alla discussione.

In vista di questa votazione, Italia Viva Verona ha organizzato un dibattito profondo e articolato sulla proposta di legge. L’obiettivo è presentare sia le posizioni favorevoli che quelle contrarie, offrendo ai partecipanti una panoramica completa per favorire un’opinione informata.

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L’appuntamento è fissato per lunedì 15 gennaio alle 20:45 presso la Sala civica Facincani, a Porta Palio. Il giornalista Lillo Aldegheri modererà l’evento che vedrà la partecipazione di figure chiave come Valeria Pernice, Presidente provinciale di Italia Viva, Laura Parotto, avvocato e componente del comitato promotore della proposta di legge regionale “Liberi Subito“, Mariafrancesca Salzani, consigliere comunale e Responsabile delle politiche sociali di Italia Viva Verona, Maddalena Morgante, avvocato e deputato di Fratelli d’Italia, e Alberto Bozza, avvocato e Consigliere regionale di Forza Italia.

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La discussione riguarda un tema di fondamentale importanza, poiché tocca le corde emotive e morali di molti cittadini. È evidente l’interesse suscitato, poiché in meno di 5 mesi sono state raccolte oltre 9000 firme, di cui oltre 2000 solo nella provincia di Verona. Questo sottolinea l’entusiasmo e l’impegno dei cittadini verso la questione.

La proposta di legge non si limita a un’area politica o ideologica, ma è trasversale, raccogliendo consensi da diverse fazioni, comprese quelle di destra, sinistra e di area cattolica. Inoltre, mira a fornire una struttura chiara e definita per consentire a coloro che soddisfano i requisiti di scegliere in modo consapevole e umano il proprio percorso di fine vita, seguendo quanto già riconosciuto come diritto in Italia per persone affette da malattie irreversibili e sofferenze intollerabili.

È interessante notare che, pur in assenza di una legge regionale specifica, alcuni casi come quelli di Stefano Gheller nel bassanese e di “Gloria” nel trevigiano hanno visto le aziende sanitarie operare in base alla sentenza della Corte costituzionale.

La decisione del Consiglio Regionale del Veneto potrebbe avere un impatto significativo non solo nella regione, ma anche in altre parti d’Italia dove proposte simili sono state avanzate. L’esito di questa votazione potrebbe tracciare la direzione per gli sviluppi futuri di iniziative analoghe in altre aree del paese.

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