La protesta dei trattori che sta dilagando in Europa e in Italia e che da ieri a Verona può contare su un presidio al Quadrante Europa, davanti a Verona Mercato comincia ad avere i suoi effetti.
Innanzitutto perché è una manifestazione di dissenso nei confronti dell’Europa e della politica agricola del governo che si sta svolgendo in modo assolutamente pacifico e civile. E poi perché comincia ad incassare la solidarietà della politica. Non tutta, ma di quella più sensibile alle problematiche dei nostri imprenditori agricoli.
L’eurodeputato leghista Paolo Borchia esprime “Pieno rispetto per chi scende in piazza e manifesta pacificamente il proprio malcontento. Le ragioni di chi sta protestando vanno analizzate e comprese, ma l’Ue non nasconda responsabilità che causano il malessere, dalle scelte sulla sostenibilità alle politiche commerciali”.
“Non dimentichiamo che le manifestazioni in Italia ed in Germania hanno origini diverse, in comune resta la rivendicazione del ruolo degli operatori dell’agroalimentare nelle nostre economie. Da parte della Lega c’è la consapevolezza di chi, partendo dall’ascolto dei territori e delle associazioni, in Europa ha sempre sostenuto una linea schierata dalla parte di chi lavora, a difesa dagli eccessi ideologici della Commissione europea.”
Solidarizza con i trattori anche Stefano Valdegamberi, convinto che: “le politiche ideologiche della Comunità Europea distruggono l’agricoltura italiana”. Ed elenca i motivi che lo fanno sentire vicino ai contadini.
“L’ideologia ambientalista che fa morire l’ecosistema montano, senza mettere un limite alla proliferazione dei lupi; l’introduzione dei cibi come il latte sintetico, giustificati per ridurre l’effetto serra, incolpando le “scoregge” delle vacche; lo spreco di denaro pubblico per smettere di produrre favorendo le importazioni low-cost al glifosato per l’industria alimentare italiana da Paesi come il Canada”.
E continua l’elenco: ”le norme igienico-sanitarie applicate in Italia e derogate all’estero che mettono fuori mercato le nostre produzioni ortofrutticole; l’ oligopolio del sistema della domanda (commerciale e industriale) che impone il sotto-costo alle produzioni agricole; l’introduzione ideologica di grilli, vermi e cavallette, per sostituire con i consumi ideologici quelli della ricca e sana tradizione italiana”.
E conclude: “queste misure giovano alle multinazionali che finanziano la corrotta politica comunitaria per distruggere le nostre produzioni”.