Le cure palliative ai malati inguaribili che ne avrebbero bisogno non vengono erogate in più della metà dei casi. Lo ha dichiarato all’Ansa la presidente della Federazione nazionale Cure Palliative, che rappresenta le associazioni di volontariato e degli enti del Terzo Settore che rispondono al bisogno di cure palliative di tantissimi malati. E sul tema ha chiesto un incontro urgente al Ministro della Salute.
“Oggi più della metà dei malati inguaribili che avrebbe bisogno di cure palliative – afferma Tania Piccione – non accede agli hospice e ai servizi domiciliari specialistici, con profonde e inaccettabili disparità a seconda del luogo in cui si vive”.
Sul fronte della cure palliative il volontariato, supportato dalle donazioni di semplici cittadini, supplisce in parte alle carenze del Servizio sanitario nazionale.
I fondi pubblici per questa delicata funzione del sistema sono insufficienti. Le tariffe degli hospice sono diverse da regione a regione e variano da un minimo di 142 euro al giorno in Molise ai 410 della Val d’Aosta. Lo stesso vale per l’assistenza domiciliare.
E’ questo un altro grave lacuna della medicina territoriale cui va posto rimedio. Le cure palliative sono tornate al centro dell’attenzione nel dibattito politico in seguito al voto del Consiglio regionale del Veneto che ha bloccato la legge che avrebbe dovuto regolare le modalità del suicidio assistito.
Nella polemica che ne è seguita vengono rappresentate come alternative al fine vita in base a questo ragionamento: se un malato senza speranza e con sofferenze insopportabili avesse quelle cure che gli alleviano il dolore e gli rendono la vita accettabile non sentirà più il bisogno di porvi fine. Ma purtroppo questo non avviene per la metà dei malati che ne avrebbero bisogno.