Per come aveva giocato il primo tempo il Verona aveva fatto illudere che s’era aperto un altro capitolo del campionato. Non tanto perché aveva chiuso in vantaggio per 1-0, ma perché aveva dominato con il gioco, vivacità e volontà. Ed aveva creato un’occasione dopo l’altra sotto la spinta di Suslov e di Cabral.
Con la cessione di Djuric è come sia stato tolto un tappo che bloccava l’intera squadra e che la rendeva lenta, quasi immobile e il gioco prevedibile. Invece con il nuovo centrattacco Noslin, buttato in campo appena arrivato dall’Olanda, molto mobile l’Hellas è riuscita da subito a creare parecchie difficoltà alla difesa avversaria.
Tutti i ragazzi di Baroni si sono impegnati e meritavano di chiudere la prima parte della gara con almeno 2 gol. Invece al 37° Duda si fa parare un rigore procurato da Noslin. Il quarto sbagliato su 6 concessi. Rigore che fortunatamente è stato concesso anche al 45°. Ma stavolta a tirarlo è Suslov che non sbaglia e segna l’1-0.
Nel secondo tempo il Verona si sgonfia e subisce il gioco del Frosinone che dopo alcune occasioni sventate dal bravo Montipò segna su calcio d’angolo per un errore della difesa gialloblù che lascia libero il marcatore della squadra ospite. Uno dei tanti, soliti errori che ci fanno stare sul fondo della classifica.
Il Verona dà segnali di ripresa
I cambi decisi da Baroni nella ripresa anziché rinforzare la squadra la indebolisco. E’ un dejà vu. E Henry al centro dell’attacco è più statico di Noslin e verso la fine davanti al portiere si mangia il gol della vittoria con un tiro inguardabile. E’ difficile, sbagliando i rigori e gol già fatti e dimenticandosi soli gli avversari nei tiri piazzati pensare di raggiungere la salvezza. Ma nonostante tutto, considerato lo sconvolgimento dato dal mercato e visto come la squadra ha giocato nel primo tempo, dei segnali di ripresa ci sono stati e alimentano la speranza. Adesso il Verona è terzultimo a 18 punti in compagnia di Cagliari e Udinese. Sulsov e Dawidowicz migliori in campo.