80 anni fa Verona subì un pesantissimo bombardamento, uno dei più feroci che colpirono la città durante la 2^ guerra mondiale. Fra tante commemorazioni che sollecitano la nostra memoria, questo è uno di quelli meno ricordati. Eppure per la devastazione e le morti provocate è uno dei più gravi che hanno segnato la storia di Verona.
Ieri domenica 28 gennaio presso la sala culturale della IV Circoscrizione il presidente Alberto Padovani e il prof. Gianni Facchinetti hanno tenuto una commemorazione delle vittime in occasione del bombardamento di 80 anni fa su Verona.
Il bombardamento
Il 28 gennaio del 1944, poco prima di mezzogiorno, 120 bombardieri quadrimotori americani B17 del 301st Bomb Group, con l’obiettivo di colpire la stazione di Porta Nuova per bloccare le attività ferroviarie dei tedeschi verso il Brennero, sganciarono da una quota di circa 10mila metri centinaia di bombe causando morti, feriti e macerie.
Fu colpita la zona della stazione causando danni e vittime nei quartieri limitrofi tra i quali i rioni Golosine e Santa Lucia.
Il quartiere venne duramente colpito: fu devastata la stazione, distrutti lo snodo ferroviario, le strade, le fabbriche e numerose abitazioni. Il bombardamento provocò più di 100 vittime civili, tra cui 8 bambini della scuola elementare di Santa Lucia Extra e 35 giovani operaie morte nel bombardamento mentre stavano lavorando nello stabilimento della fabbrica di prodotti farmaceutici ICO.
Per i sacrifici delle sue popolazioni durante la Seconda Guerra Mondiale, Verona è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
«E’ giusto ricordare le vittime della guerra e della ferocia che come sempre accompagna i conflitti – ha affermato il professor Facchinetti- . Tutte senza distinzione. Giusto il Giorno della memoria e il Giorno del ricordo. Ma è anche giusto ricordare oggi nell’ottantesimo anniversario i nostri concittadini innocenti uccisi dalle bombe cadute dal cielo”.
Davanti alla lapide che ricorda l’assassinio degli 8 bambini Facchinetti ha ammonito:
“Questa lapide con i nomi degli 8 alunni e l’evento odierno diventino l’emblema dell’incontro tra le generazioni, testimonianza dell’insegnamento che possiamo trarre dal passato. Non hanno soltanto lo scopo di non farci dimenticare, ma anche quello di farci riflettere”.
E per assicurarci un futuro di pace, ha continuato, dobbiamo avere una memoria collettiva rispettosa della verità. E passando al presente Facchinetti ha concluso:
“I venti di guerra che soffiano nel mondo, Ucraina, Gaza, Israele, non ci facciano mai dimenticare la frase che il pontefice Eugenio Pacelli pronuncio’: “ Nulla e’ perduto con la pace, tutto puo’ esserlo con la guerra”.