La tradizionale Fiera di San Biagio a Bovolone è stata caratterizzata dalla protesta contadina. Nè avrebbe potuto essere altrimenti data la sua forte caratterizzazione agricola e la sua ubicazione nella pianura veronese, la più importante provincia agricola d’Italia. Sul palco dell’inaugurazione il sindaco di Bovolone, Orfeo Pozzani, alcuni sindaci della zona, l’eurodeputato Paolo Borchia, il deputato di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, rispettivamente responsabili provinciali della Lega e di Fratelli d’Italia, i rappresentanti di Confagricoltura, della Coldiretti e della Cia, Confederazione agricoltori italiani.
Presente alla manifestazione fieristica per solidarizzare con i protagonisti della protesta anche Gianni Alemanno, già ministro dell’Agricoltura, leader del nuovo movimento ‘Indipendenza’, che si è intrattenuto a lungo con i protagonisti della protesta ed ha solidarizzato con loro. «Il popolo dei trattori – ha affermato- non difende solo i diritti dell’agricoltura ma anche i nostri dalle conseguenze catastrofiche per l’economia e per l’alimentazione dalle scelte folli dell’Unione Europea».
Come avvenuto per Fieragricola a Verona, anche a Bovolone i protagonisti sono stati gli imprenditori agricoli dei comitati di base che si stanno muovendo in tutto il paese ed in tutta l’Europa per contrastare le politiche di smantellamento del settore primario ad opera dell’Unione Europea.
“Altro che ‘sovranità alimentare’, come ama fregiarsi l’attuale Ministero dell’Agricoltura! Di questo passo – dicono i protagonisti delle manifestazioni- dipenderemo dall’estero in tutto e per tutto!”
Il sindaco di Bovolone, da bravo padrone di casa e con una sensibilità politica decisamente apprezzabile, ha consentito che da sotto il palco delle autorità prendesse la parola Vanni Stoppato, storico agricoltore della Bassa, che ha voluto ricordare che è stato proprio il movimento di cui è portavoce, Azione Rurale, il primo comitato di base nato 10 anni fa a sollevare il problema di come è gestita l’agricoltura in Italia.
Alla Fiera è protagonista la protesta rurale
«Adesso i comitati di base nascono come i funghi- ha detto-. Con questo non voglio dire che siamo i più bravi perché siamo stati i primi, ma semplicemente che oggi il problema che noi avevamo tirato fuori tanti anni fa è scoppiato e gli imprenditori agricoli non ce la fanno più ad andare avanti»!
«Il tanto sbandierato made in Italy, almeno in agricoltura, non viene protetto da nessuno e le organizzazioni sindacali non ci rappresentano minimamente e sono solo una parte del mondo agricolo. Per questo siamo stati costretti a scendere nelle strade con i nostri trattori: per far sentire anche la voce di chi produce».
Quello che i comitati contadini di base contestano è l’impostazione dell’alleanza su cui si basa il rapporto delle principali organizzazioni sindacali agricole con l’industria agro-alimentare, che danneggia sia i produttori che i consumatori.
«Questa alleanza- ha affermato Stoppato- la vogliamo rovesciare. L’alleanza deve essere fra chi produce e chi consuma e non fra il sindacato e la catena industriale e quella commerciale!
«Non è possibile – incalza fra gli applausi- che noi produciamo il radicchio a 30 centesimi e poi mia moglie quando va a fare la spesa lo compra spegnendo 3 euro! C’è qualcosa che non funziona»!
La protesta continuerà ad oltranza. La gente capisce
Ma il dato che che più dovrebbe far riflettere, aggiunge Stoppato «è che quando scioperano le altre categorie e magari fanno i blocchi stradali vediamo che la gente s’arrabbia. Invece davanti alle nostre proteste, anche quando fermiamo il traffico, la gente scende dalleauto, dai furgoni e dai camion e ci applaude e solidarizza con noi. Un motivo pure ci sarà. Evidentemente la gente capisce di più di chi invece dovrebbe capire per ruolo».
Stoppato. Il ministro ci deve convocare
Il popolo dei trattori ha apprezzato per come il ministro Lollobrigida s’è comportato a Verona, quando non si è sottratto al confronto e li ha ricevuti ascoltando le loro ragioni. Ma il confronto col mondo agricolo, ammoniscono, non lo può fare solo con un’associazione sindacale. «Al tavolo con il ministro non ci può stare uno solo, perché non rappresenta tutta l’agricoltura, ma ci dobbiamo essere anche noi» dice il portavoce di Azione Rurale.
E la promessa fatta ai vari rappresentanti della politica e del sindacato è stata semplice e chiara: il popolo dei trattori continuerà la protesta in tutto il paese ad oltranza finché non vedrà sodisfatte le proprie richieste.