“La salvaguardia del suolo e della sua qualità, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la protezione della biodiversità, la sicurezza idrogeologica e la promozione dell’agricoltura sono valori per la nostra associazione assolutamente imprescindibili”. Queste le parole che il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini (nella foto qui sotto) ha trasmesso alla Regione Veneto in risposta alla richiesta di osservazioni sulla eventuale realizzazione di una discarica per la messa a dimora permanente di rifiuti pericolosi contenenti amianto in zona Caluri di Villafranca a Verona.
“In questo territorio – dice Vantini – si producono alcune delle più importanti eccellenze agroalimentari della nostra provincia, a partire dalla Pesca di Verona Igp e dal latte che viene poi trasformato in Grana Padano Dop”.
Discarica di Caluri, un canale d’irrigazione sul suo confine
I marchi con cui questi prodotti vengono commercializzati, e da cui deriva quindi una ricaduta economica fondamentale per le aziende della zona e per tutti gli operatori del settore, devono rispondere a severi disciplinari di produzione che prevedono la perfetta salubrità del terreno, dell’aria e delle risorse idriche utilizzate senza nessuna contaminazione di fibre di amianto. Sul perimetro della discarica si trova un canale utilizzato abitualmente dagli agricoltori per irrigare i campi circostanti e non è del tutto trascurabile il pericolo di infiltrazioni con residui inquinanti di amianto.
Secondo Coldiretti non è quindi plausibile che la realizzazione dell’impianto venga promossa in un’area così altamente vocata alla produzione agricola.
Discarica di Caluri, compromessa la reputazione dei prodotti agricoli
“In questa zona – interviene Roberto Serpelloni, Presidente Coldiretti del territorio villafranchese e lui stesso conferitore di latte destinato alla produzione di Grana Padano Dop – c’è la maggiore concentrazione di aziende zootecniche a indirizzo lattiero caseario dell’intera provincia veronese. Per il mantenimento del marchio di Denominazione di Origine Protetta, è assolutamente necessario preservare la salubrità dei luoghi di lavorazione e la qualità della materie prime. Riteniamo quindi deprecabile l’idea di condizionare così pesantemente la qualità delle nostre produzioni e del loro valore.
È facilmente prevedibile, infatti, che dando continuità a questo progetto verrebbe irrimediabilmente compromessa la reputazione dei nostri prodotti agricoli“.