La Corte dei Conti lo ha detto a chimera lettere in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024: il sistema sanitario non garantisce più l’assistenza a tutti. Lo aveva anticipato anche nel corso del 2023, ma adesso lo ha dichiarato in modo inequivocabile.
“Non si può sottacere che la grave crisi di sostenibilità del sistema sanitario nazionale non garantisce più alla popolazione un’effettiva equità di accesso alle prestazioni sanitarie – afferma senza mezzi termini la Corte dei Conti -, con intuibili conseguenze sulla salute delle persone e pesante aumento della spesa privata; la tendenza, ormai già da diversi anni, appare lenta ma costante: da un Servizio Sanitario Nazionale incentrato sulla tutela del diritto costituzionalmente garantito, a tanti diversi sistemi sanitari regionali, sempre più basati sulle regole del libero mercato”.
Nel fare la fotografia del Ssn la Corte dei Conti indica nella remunerazione inadeguata del del personale sanitario la causa della fuga dei medici e degli infermieri dagli ospedali, che va a peggiorare la situazione.
Solo con gli investimenti sulla salute si può porre rimedio ad una crisi che non s’arresta. Ma la Corte dei Conti rileva che nel 2022 la spesa “ha continuato a crescere più delle entrate”.
C’è poi la differenza fra le regioni. Nel 2021 solo 14 hanno rispettato i Livelli Essenziali di Assistenza. C’è un miglioramento rispetto al 2020, quando erano 11, ma un peggioramento rispetto al 2019 quando erano 15. Ciò significa che permangono molte criticità, soprattutto al sud, dove ci continuano ad essere sacche di inefficienza.
Troppi accessi inappropriati ai Pronto Soccorso, troppi parti cesarei, liste d’attesa troppo lunghe, carenze di organico, assistenza territoriale inadeguata sono, secondo la relazione della Corte dei Conti, la spia di una crisi del Ssn che continua e che non garantisce più il diritto costituzionale alla salute dei cittadini. E questo non è un buon segno per l’Italia perché “Sanità e Istruzione danno la misura del “senso civile di un Paese”.
Quel che se ne deduce è un richiamo alla necessità di destinare più risorse alla salute degli italiani. Dalle pagine de L’Adige lo stiamo scrivendo da sempre. Ora lo dice anche la Corte dei Conti. Chissà che qualcuno alò governo ascolti e cominci a deviare sulla sanità quei soldi che vengono destinati ad altre spese meno importanti.