(di Bulldog) Chi ricorda Mussolini difensore, con tanto di spada, dell’Islam sarà contento: sta arrivando una variabile arabo/musulmana nella politica italiana sempre più forte. E’ già presente nelle piazze e nei talk show dei programmi dei conduttori “progre” della televisione nazionale. Sa muoversi abilmente: usa il palcoscenico di Sanremo e la poltrona di Fabio Fazio per lanciare – sotto le mentite spoglie della cultura woke e della “pace” – messaggi sempre più filo-arabi e sempre più lontani dalla cornice storica delle alleanze italiane.
Espone la bandiera palestinese negli stadi, chiede uno stato di Hamas dal Giordano al mare (ovvero la totale cancellazione di un intero Stato riconosciuto, anzi fondato, dalle Nazioni Unite), impedisce alla Brigata Ebraica di presenziare alla festa della Liberazione italiana cui pure ha contribuito senza macchiarsi dei crimini commessi, au contraire, dalle truppe arabe “alleate”.
A sostenerla è la solita frangia pacifista di casa nostra: un mix di democristiani avvezzi a nascondersi sotto le cottole dei preti e i partiti e movimenti della sinistra da sempre schierati contro il blocco occidentale (nulla di strano in questo: venivano foraggiati, per l’argent de poche, direttamente da Mosca). Sono gli stessi che hanno garantito l’impunità in Italia all’OLP di Yasser Arafat dopo aver finanziato l’FLN algerino contro Parigi. Gli stessi che si sono girati di spalle quando a cadere sotto il piombo palestinese erano poliziotti e lavoratori italiani e non “soltanto turisti” in vacanza nel nostro Paese.
A questi disfattisti di professione si sta aggiungendo anche l’ala più radicale della destra italiana da sempre su posizioni filo-palestinesi in odio, anche, alla componente sionista del movimento comunista europeo. Su questi, poco da dire in verità.
E’ però interessante evidenziare come a sostenere questa “variabile araba” sia la cultura progressista italiana: quella che si riempie la bocca dei diritti, che finanzia e sostiene con maggiori risorse i migranti omosessuali o transgender, che parla ogni giorno contro patriarcato e femminicidi, quella “no border”, “no respingimenti”, quella della cancel culture. Quella che vuole lo ius soli e non accetta nemmeno una via di mezzo come lo ius culturae…
Come si regoleranno quando la minoranza araba, di religione musulmana, vorrà imporre i propri costumi ad esempio in tema di diritti delle donne – dall’abbigliamento alle scelte famigliari ed agli studi -; quando vorrà imporre sulla forza dei voti che esprimerà una politica diversa completamente all’opposto e lontana dai valori europei, cristiani e liberali? quando farà passare per le nostre strade una “polizia morale” come già avviene a Berlino e nelle grandi città europee?
I woke si stanno scavando la fossa con le loro mani. Peccato che ci finiranno dentro anche tutti gli altri Italiani.