De Luca, lo scoppiettante presidente della Campania, attacca ancora il governo. Dopo aver guidato la ‘marcia su Roma’ contro l’autonomia differenziata, adesso ha fatto affiggere un manifesto a firma della Regione Campania con in quale incolpa l’esecutivo Meloni di far chiudere i Pronto Soccorso, di non aumentare il personale sanitario, di mantenere il numero chiuso a Medicina e mantenere il tetto di spesa per il personale sanitario e per la sanità provata convenzionata.
Immediata la reazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci che ha invitato il governatore a smetterla di fare cabaret, ricordandogli che è da lui che dipende la sanità, dato che è una competenza regionale, e che è appena stato stanziato un miliardo per la sanità della Campania. Tutto vero.
De Luca capo-popolo
Abbiamo visto tutti le immagini di De Luca capo-popolo attaccar briga con una certa arroganza davanti a Montecitorio con un funzionario della Polizia che faceva il suo dovere impedendo ai dimostranti di entrare nel Palazzo. E conosciamo anche le sue simpatiche esternazioni che ne hanno fatto un personaggio nazionale ed un politico che è sì del Pd, ma va a ruota libera.
De Luca si sta ritagliando un ruolo tutto suo, di difensore dei diritti del sud sfruttato ed offeso, mettendoci assieme le disfunzioni della sanità che nelle regioni meridionali, non è certo un modello di efficienza.
E ha ragione Schillaci quando gli ricorda che è da lui che dipende questa delicata materia.
Però il fatto politicamente rilevante è che è la prima volta che si accende un conflitto fra una regione italiana e il governo in tema di sanità. Sugli atteggiamenti di De Luca può anche avere ragione Schillaci, ma è impossibile non cogliere nei punti indicati dal governatore campano degli elementi di verità. Senza entrare nel merito della mala gestio nelle risorse destinate alla salute dei cittadini, soprattutto del sud, è impossibile non condividere la denuncia della crisi dei Pronto Soccorso, della mancanza di medici e infermieri, del numero chiuso a Medicina e la necessità di abolire i tetti di spesa per il personale sanitario e le convenzioni con la sanità privata e accreditata.
Su questi punti il governo non ha fatto niente. Nessun provvedimento sui Pronto Soccorso, paralizzati dalle prestazioni improprie. Nessuna riforma sulla medicina territoriale e sul ruolo dei medici di famiglia, gli unici due modi per scaricare i Pronto Soccorso. Mancano tragicamente i medici, ma il numero chiuso a Medicina è rimasto. Nonostante le promesse elettorali. Le retribuzioni di medici e infermieri continuano a essere inadeguate e il personale sanitario scappa dagli ospedali. E continua ad essere mantenuto il tetto di spesa per la sanità privata accreditata e convenzionata in difficoltà e senza lai quale il sistema salta.
E’ passato più di un anno e mezzo dall’insediamento del ministro Schillaci. Ma tutto è fermo. Come prima.