(m.z.) Paolo Nicolato 57enne vicentino, ma trapiantato da tanti anni nel veronese, ha intrapreso un nuovo percorso che lo vedrà guidare la nazionale maggiore della Lettonia e gestire le nazionali giovanili. Un compito stimolante ma allo stesso tempo impegnativo che Nicolato cercherà di affrontare con la professionalità che lo ha sempre contraddistinto e che gli ha permesso di lasciare il segno nelle giovanili del Chievo (vittoria dello scudetto con la Primavera nella stagione 2013/14) e ottenere ottimi risultati, negli ultimi sette anni, alla guida delle nazionali giovanili italiane. Il mister che vive a Sona riparte di slancio con nuovi obiettivi che lo portano a continuare “questo meraviglioso viaggio che dura da 35 anni”.
Com’è nata la trattativa che ti ha portato a diventare Ct della Lettonia?
Sono stato contattato a novembre e ci siamo incontrati più volte per conoscerci e capirci. E’ stato un percorso interessante e graduale.
Cosa ti ha convinto di questo progetto?
Intanto la loro volontà di volermi, poi il fatto che mi interessava rimanere nel palcoscenico internazionale ed infine l’incarico.
Non sarai solo Ct ma avrai anche un ruolo nella gestione tecnica delle Nazionali giovanili. E’ stato un ulteriore stimolo ad accettare la proposta?
La fiducia che hanno riposto nelle mie competenze è stata sicuramente importante, così come la mia volontà di fare un’esperienza all’estero. Mi è stato affidato un compito complesso in questa realtà, ma molto stimolante.
Quando sarà il tuo primo impegno ufficiale sulla panchina della nazionale maggiore?
A Marzo avremo un doppio impegno: il 21 con Cipro e poi il 26 con il Liechtenstein.
Hai il contratto fino al 2025. Quali sono gli obiettivi concreti che vorrai realizzare?
L’obiettivo principale è il miglioramento del sistema, non facile per un paese con due milioni di abitanti. Nel rispetto delle risorse a disposizione e delle tradizioni locali.
Il calcio lettone lo conosci? Ha margini di crescita?
Ci sono sempre margini, in qualsiasi contesto. Nessuno ha la bacchetta magica ma cercheremo di portare il nostro contributo.
Ci sono giocatori che possono ambire a campionati prestigiosi?
Al momento fatico a pensarlo, in futuro speriamo.
A settembre, dopo sette anni hai lasciato la nazionale italiana. Qualche rammarico?
Io in Nazionale ho vissuto momenti bellissimi: una finale europea, una semifinale mondiale e un quarto di finale agli europei U21. L’ultimo europeo sinceramente mi piacerebbe rigiocarlo in condizioni diverse.
Credit: gianlucadimarzio.com