Gianantonio Da Re, eurodeputato trevigiano è stato espulso dalla Lega per aver dato del “cretino” a Salvini in un’intervista rilasciata a Repubblica. Lo ha deciso il consiglio direttivo regionale del Veneto che si è riunito ieri a Padova con 14 voti a favore, 4 contrari ed 1 astenuto. Il provvedimento per essere efficace dovrà essere ratificato dal Consiglio Federale, a Milano. 

Lega nervosa. Da Re espulso. Ha dato del “cretino” a Salvini

Da Re, ha definito l’espulsione “una sentenza già scritta” per “una critica politica che andava fatta” definendo “un’usurpazione” la Lega Salvini. 

L’espulsione di Da Re, che oltre ad essere europarlamentare è un esponente storico della Liga, è il primo contraccolpo in ordine di tempo delle tensioni che attraversano la Lega in Veneto. Sono scoppiate qualche settimana fa, dopo la bocciatura in Senato dell’emendamento che avrebbe dovuto permettere a Zaia di candidarsi alla presidenza del Veneto per la 4^ volta consecutiva. 

In contemporanea su il Foglio di ieri Roberto Marcato, assessore regionale padovano e Alberto Villanova, consigliere regionale trevigiano, hanno detto chiaro e tondo che loro non hanno nessuna intenzione di lasciare che il Veneto venga guidato da qualcuno che non sia leghista. Ed a legittimare questa posizione, anche a costo di minare la coesione del centrodestra, è il segretario regionale Alberto Stefani, deputato padovano, che annuncia battaglia.

Lega nervosa. Da Re espulso. Ha dato del “cretino” a Salvini

La Lega corre da sola alle comunali

“Mantenere la guida del Veneto è prioritario per tutto il movimento” ha dichiarato. E già dalle elezioni comunali del 9 giugno nei comuni sopra i 15 mila abitanti la Lega presenterà propri candidati contro quello di Fratelli d’Italia. Sarà così anche a Legnago, Pescantina, Negrar, S.Bonifacio. E così via, fino alle regionali del 2025. Niente di buono per l’unità dell’alleanza. Specie se si considera che ciò accade in una delle regioni più importanti ed economicamente pesanti d’Italia. 

Ma c’è anche qualcos’altro da considerare. A voler ben guardare i fuochi sono stati accesi tutti da leghisti del Veneto orientale, trevigiani e padovani. Molto più compassati i veronesi e i vicentini. Due comportamenti completamente diversi, due anime diverse, come diversi sono i territori ed i leader di riferimento.