(di Gianluca Ruffino) La determinazione e la spregiudicatezza di chi vuole scrivere pagine importanti per la città di Verona. A 22 anni Rok Mozic, schiacciatore sloveno di Verona Volley, è uno dei prospetti più interessanti del campionato di SuperLega. Alla terza stagione con la maglia gialloblù, il giovane sloveno ha indossato quest’anno la fascia di capitano della squadra veneta, trascinandola con i suoi punti fino ai playoff.
Una responsabilità importante per un ragazzo che in certe occasioni ha pagato la propria inesperienza, soffrendo il peso di questo ruolo, ma che è sicuramente tra i protagonisti della compagine scaligera. A seguito della prima partita di playoff persa contro Perugia, abbiamo intervistato il capitano veronese, che ha parlato della serie contro gli umbri e del sogno olimpico.
Le parole di Rok Mozic
Il finale di stagione ha lasciato qualche strascico sull’umore della squadra?
Sicuramente non siamo contenti per come è andata la partita con Civitanova, che se avessimo vinto ci avrebbe dato il quarto posto e la possibilità di giocare Gara 1 in casa. Eravamo amareggiati e arrabbiati perché avremmo voluto fare felici i nostri tifosi, ma già da lunedì abbiamo iniziato a prepararci con tanta carica per la partita contro Perugia.
Perugia è un ostacolo piuttosto ostico da superare. Avete iniziato bene in Gara 1 ma poi vi siete disuniti e loro hanno alzato il livello. Quale può essere la chiave per riuscire a compiere l’impresa?
Abbiamo dimostrato nel primo set di poter tenere il loro ritmo. Poi però abbiamo sofferto i loro attacchi e mollato a livello mentale. La differenza l’ha fatto il loro rendimento al servizio, che ci ha messo spesso in difficoltà e che ha permesso loro di ottenere tanti break. Quello su cui dobbiamo lavorare per riuscire a cambiare le sorti della serie sono il servizio e la ricezione. Se riusciamo a trovare qualche punto in più in battuta allora possiamo crederci.
Arrivare in semifinale sarebbe un risultato storico. Nello spogliatoio c’è fiducia?
Sappiamo di non essere favoriti ma l’obiettivo resta la semifinale e la squadra è determinata a raggiungerlo. L’anno scorso ci siamo andati molto vicini. La serie è lunga e ogni set può fare la differenza. Bisogna ripartire già da domenica in casa, perché vincendo la prossima partita può cambiare tutto.
Credi sia possibile schierare una formazione con te, Keita e Amin contemporaneamente in campo?
Questo non lo so. Il coach ha provato questa soluzione ieri, ma il problema principale è che quest’anno Noumory non ha quasi mai giocato da schiacciatore. La decisione spetta comunque a Stoytchev, ma ognuno di noi pensa al bene della squadra. Qualsiasi formazione scenda in campo l’importante è che si conquisti la vittoria e che si arrivi all’obiettivo.
Stoytchev ha dichiarato che quando sei in partita Verona vince, al contrario perde. Senti la responsabilità di essere il capitano e leader della squadra?
Per me non è stata un’annata facile. L’infortunio in nazionale mi ha condizionato ad inizio stagione e tutta la squadra ne ha risentito. Se tu senti di non riuscire a rendere al massimo e aiutare i tuoi compagni non sei sereno. Ma per fortuna abbiamo una rosa molto forte e ognuno di noi può dare un apporto decisivo anche nei momenti più difficili. È importante continuare a crederci e non mollare fino all’ultimo.
La tua Slovenia è in corsa per un posto alle prossime olimpiadi. Sarebbe la tua prima partecipazione. Quanto sarebbe importante per te coronare questo sogno?
Le Olimpiadi sono un appuntamento che tutti gli atleti aspettano. La mia nazionale non ci è mai arrivata e per tutti i miei compagni sarebbe la prima volta. Ovviamente però sono concentrato sul finale di stagione con Verona, in cui cercheremo di ottenere un risultato storico. Poi penserò alle ultime partite con la Slovenia che serviranno per qualificarci. Partecipare ai Giochi olimpici sarebbe un risultato straordinario, ma se dovessimo riuscirci il sogno sarebbe vincere una medaglia.