La mancata riapertura del sottopasso di via Città di Nimes, che sarebbe dovuta avvenire prima del Vinitaly, ha innescato l’immediata e pesante reazione dell’opposizione di Palazzo Barbieri che oggi ha tenuto una conferenza stampa per chiedere le dimissioni di Tommaso Ferrari, assessore alla Mobilità e al Coordinamento Lavori Pubblici e del presidente di Amt Giuseppe Mazza.

Presenti Ciro Maschio, presidente provinciale del partito e deputato, Matteo Gelmetti, senatore, Daniele Polato, consigliere regionale e Federico Sboarina, consigliere comunale nonché ex sindaco e altri esponenti del partito della Meloni.

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i dirigenti di Fdi sul sottopasso

L’amministrazione Tommasi aveva promesso che i lavori per il completamento dei sottopassi costruiti per Italia ’90 e finalizzati a realizzare un percorso funzionale per il filobus sarebbero stati ultimati entro la data di svolgimento del Vinitaly.

L’impegno era stato preso nella consapevolezza che la manifestazione fieristica più importante che si svolge a Verona avrebbe richiamato come sempre una grande quantità di visitatori con le ovvie conseguenze sul traffico.

Sottopasso. Promessa non mantenuta

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Una promessa non mantenuta come tante altre, sostengono gli esponenti del centrodestra. E di questo sono ritenuti responsabili l’assessore competente, Tommaso Ferrari, e il presidente di Amt, Giuseppe Mazza, dei quali FdI chiede le dimissioni. Verona merita una gestione più seria e competente.

Perché le dimissioni

Matteo Gelmetti, che è anche vice-presidente di VeronaFiere sottolinea il danno d’immagine che deriva alla città dalla mancata apertura del sottopasso. «Le difficoltà per la mobilità che ne conseguono avranno l’effetto di irritare gli operatori del Vinitaly. E questo è un pericolo per la città, in quanto potrebbe portare acqua a chi già lavora per scipparci la fiera più importante. Bastava passare per il cantiere perché ogni veronese si rendesse conto che i lavori procedevano a rilento e che sarebbe stato impossibile rispettare la scadenza promessa. L’assessore Ferrari e il presidente dell’Amt Mazza si devono dimettere perché hanno dichiarato il falso e non hanno garantito i lavori come avevano detto».

«Oltretutto -osserva Ciro Maschio– il ritardo si ripercuote su tutti i veronesi che dovranno sopportare il disservizio fino a metà giugno, sempre che nel frattempo non succeda qualcos’altro. Un’altra dimostrazione dell’inefficienza dell’amministrazione Tommasi. Più di un anno per completare un sottopasso. Il tunnel sotto la Manica è stato costruito in 7 anni. I veronesi facciano le loro valutazioni.»