(di Simone Alessandro Cassago) Da circa a due anni a questa parte, complice la situazione macroeconomica generatasi post covid, gli Italiani devono fare i conti con l’inflazione e il carovita aumentati notevolmente che erodono le tasche dei loro portafogli in modo pesante (vedi qui sopra il grafico dell’Indice Dei Prezzi al Consumo italiano negli ultimi 5 anni).

A partire dalla fine del 2023, l’inflazione ha iniziato una lenta discesa, rispetto ai picchi toccati nel 2022 e nella prima metà del 2023; purtroppo il PIL, dopo il rimbalzo del periodo di riaperture post covid non corre altrettanto, attestandosi secondo il MEF all’1% nel 2024, con una stima al rialzo all’1,2 nel 2025, contro un’inflazione ferma al 6,3%.

Purtroppo, la “fiammata” inflattiva non è stata assorbita sul piano reale, soprattutto per chi ha stipendi bassi in quanto un vero rientro dell’inflazione nella soglia “fisiologica” è ancora un processo lento a divenire, non solo per l’Italia ma un po’ per tutta Europa.

I consumatori sono stati, pertanto costretti a cambiare abitudini, sia nella vita privata, che in quella lavorativa, studiando delle strategie “fai da te” per contrastare il carovita.

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Randstand, una ricerca sui comportamenti dei lavoratori

La nota società italiana di ricerca e selezione del personale Randstand, ha condotto un’indagine, prendendo come focus della stessa gli impatti dell’inflazione percepiti dagli italiani, e le misure che questi stanno adottando per fronteggiarla.

Emerge che il 72% dei lavoratori intervistati, si muove in modo proattivo; 4 su 10 dicono di aver ricevuto supporto dalle proprie aziende, 1/3 degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto un aumento di stipendio, o un bonus incentivante negli ultimi 6 mesi; solo il 23%ha ricevuto più misure di sostegno alla famiglia, come assistenza all’infanzia, o congedi parentali.

I lavoratori, nel contempo, all’interno del loro percorso lavorativo, per fronteggiare la situazione di contingenza, hanno adottato svariate strategie:

  • Il 24% ha aumentato le ore lavorate, ricevendo più denaro in busta paga grazie agli straordinari effettuati
  • Il 14% pensa di posticipare l’uscita pensionistica
  • Il 20% sta valutando di trovare un secondo lavoro
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Smart working come risposta agli alti costi di trasporto

Ma abbiamo anche un 14%, il quale ha deciso di incrementare (in aziende dove è possibile, e dove sono stati siglati accordi con le parti sociali) lo smart working per ridurre i costi degli spostamenti casa/lavoro; quella dello smart working è una realtà cresciuta molto nei numeri durante la pandemia; ora le aziende, per far riprendere il rapporto umano fra lavoratori, cercano compromessi con gli stessi stabilendo una alternanza smart working/ufficio.

Rimane un 10% di lavoratori che non sfruttano questa possibilità, e preferiscono recarsi giornalmente in ufficio, per risparmiare sui costi energetici della propria abitazione.

Dalla crisi una maggiore consapevolezza sulle proprie scelte

I lavoratori in sostanza (come emerge dall’indagine di Randstand hanno maggiore consapevolezza di ciò a cui ambiscono nella propria vita professionale, e sono sempre più attenti alla ricerca di una occupazione sostenibile sia dal punto di vista economico, che di pura organizzazione personale.

Le scelte di vita dei lavoratori italiani, ora come ora, incidono molto sul fatto che per mantenere il proprio stile di vita, necessitano sempre più di maggior denaro, in un contesto dove dall’immobiliare all’alimentare, il carovita ha costretto gli italiani a dover tirare sempre di più la cinghia.

Se l’inflazione permane ancora su alti livelli, nel nostro Paese, lo si deve principalmente agli aumenti dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, mentre il carrello della spesa diventa sempre più difficile da sostenere adeguatamente.

I giovani under 35 hanno dichiarato di essere costretti a sperimentare ancora più flessibilità e precariato, vedendosi costretti, sovente, a cambiare più volte posto di lavoro in brevissimi lassi di tempo.

La situazione è sì complicata, ma i lavoratori italiani sono cresciuti molto con la pandemia nel valutare la propria vita professionale, ed ora sono in grado di decidere a fare scelte che sembravano impossibili solo 5 anni addietro.

Vedremo se il trend continuerà anche quando l’inflazione riuscirà a rientrare nei ranghi